Il comporsi parallelo dello scorrere del Trebbia, dei percorsi accanto al suo alveo, della strada e del parcheggio nell'interstizio guadagnato nel tempo alla corrente, del tessuto urbano e della strada-piazza, racconta la rilevanza che il fiume ha avuto per il borgo di Rivergaro. Il fiume, fondamento della storia delle civiltà che si sono sviluppate lungo il suo corso in ogni luogo della terra, ha sempre fatto dono di acque rigogliose, cibo, ghiaia, argilla, terreni fertili e vie commerciali. Ma il fiume (il cui etimo porta in sé proprio l'idea dello scorrere) è anche l'archetipo del flusso vitale che si fa strada sulla (o sotto) la superficie della terra: rappresenta il movimento, la purezza, l'armonia, la libertà, ma anche la regola, nel senso di limite e indirizzo della corrente in un verso o ancora il mito del divenire e della mutevolezza - come ci insegna la filosofia greca antica - e dell'ineluttabile passaggio all'"altra sponda". Scorre come il tempo e come il logos. Trasporta le cose sia in senso letterale che metaforico. Nel suo corso può prosciugarsi e sparire, lasciare il suo letto vuoto o portare segni di mutamento o dare forma e sostanza ad un'idea di progetto: tutto scorre nei principi che presiedono ai disegni presentati.
Le parti che compongono l'insieme di spazi ed edifici nel quale si cerca un nuovo ordine hanno raggiunto nel tempo un equilibrio tanto consolidato quanto fragile e non ha senso cercare di imporre trasformazioni radicali a quella che, anche se non pare, è una situazione che in sé porta già, magari un po' offuscata, la sua soluzione. Ha senso invece conservare quasi tutto lavorando con piccole variazioni, ritocchi, correzioni che rispondono al bisogno di recupero della qualità urbana ricercato dal bando di concorso.
Il parco presenta già caratteristiche notevoli soprattutto per i begli esemplari di acero presenti. Si pensa quindi semplicemente al rifacimento dei vialetti, dei quali viene sostanzialmente confermata la geometria con un ridisegno che ne addolcisce le curve, soprattutto in corrispondenza del sottopassaggio pedonale a sud verso piazza Dante. Per il materiale di finitura viene confermato l'asfalto (non sembra intelligente cercare materiali costosi, poiché le eventuali piene del Trebbia potrebbero produrre danni, quindi è preferibile l'utilizzo di materiali poveri, resistenti e privi di manutenzione). Sui percorsi si attestano panchine di disegno semplice. Viene proposto un nuovo parapetto in acciaio cor-ten verso il Trebbia. Si dispongono nuovi pali con i medesimi corpi illuminanti utilizzati di recente per la parte di parco contigua a quella oggetto del concorso. La scelta è invece più decisa per quanto riguarda il trattamento del muro di sostegno della strada statale che viene rivestito in lamiera di acciaio cor-ten (fissata con doppia aggraffatura su sottostruttura dello stesso metallo ancorata a sua volta in modo adeguato alla struttura in cemento armato), che con il suo carattere naturale dovuto alla rapida ossidazione che crea una patina protettiva della parte superficiale del foglio di lamiera, ben si inserisce sullo sfondo delle aree verdi, fissando la regola per la futura sistemazione dei tratti di muratura contigui non oggetto del concorso. Il rivestimento gira nelle aperture dei sottopassaggi ed esce sul lato opposto, in piazza Dante, con i lati interni dipinti di bianco. Il momento di passaggio, la soglia tra i due luoghi - il parco e la "piazza" - viene in questo modo a conquistare l'identità di cui è sempre stato privo, essendo nato con una vocazione meramente funzionale.
Gli involucri dei sottopassaggi che giungono dal parco presentano differenti conclusioni verso la "piazza". Quello a sud viene, con un taglio diagonale, orientato in modo sensibile allo spazio che lo accoglie e parzialmente coperto con un piano orizzontale in modo da acquisire l'immagine chiaramente intelligibile di un portale che lo rende ben percepibile dalla "piazza", anche da lontano e che evita, almeno in parte, la percezione del flusso di veicoli soprastante. Con criteri simili viene trattato anche il secondo involucro che presenta una biforcazione: da una parte diretta verso il primo sottopassaggio e posata su un piano inclinato (con pendenza a norma di legge) e dall'altra verso via Roma e l'ingresso a piazza Paolo. Entrambe le estremità sono anche in questo caso coperte. Il senso di questi "strumenti" di passaggio risiede proprio nel togliere quel carattere di casualità che presentano oggi le aperture nel muro di sostegno della strada e ad orientare i visitatori che da piazza Dante vogliono scendere verso il fiume. Anche per la cabina elettrica, di cui crediamo sia molto difficile proporre lo spostamento, viene proposto il rivestimento in lamiera ossidata. Importante è ricordare che in entrambi i tegumenti proposti per risolvere i passaggi al parco rimane la possibilità di inserire le barriere in caso di esondazione del Trebbia. Gli accessi ai sottopassaggi sono il recapito delle aree pedonali ricavate in relazione ai flussi pedonali provenienti da piazza Paolo. Il progetto presenta la nuova definizione dei sensi di marcia dell'insieme di Piazza Paolo e Piazza Dante attraverso la seguente strategia (come rappresentato nello schema in alto a destra nella tavola 1): da via Roma si accede e si esce dal parcheggio che è quasi nella sua totalità a senso unico di marcia. Una seconda uscita è presente verso via Genova. Questa soluzione, oltre che aumentare le area pedonali e quindi favorire una maggior socializzazione nella "piazza" alleggerisce piazza Paolo dal traffico veicolare. Il fianco est di piazza Dante viene risolto con una zona pedonale dove possono transitare tra l'aiuola longitudinale ed il filare di fittoni dissuasori a protezione dei pedoni, esclusivamente i residenti per accedere alle abitazioni attraverso i passi carrai. Si considera anche un fatto importante: nelle ore serali della stagione estiva piazza Paolo viene chiusa al traffico. Il flusso veicolare da via Genova viene diretto verso il lato est di piazza Dante per poi sfociare verso la parte nord del parcheggio e uscire su via Roma passando al confine del supermercato; mentre il flusso da via Roma attraversa il parcheggio e raggiunge l'uscita su via Genova. Per il funzionamento di questo sistema si rende necessario, nella stagione estiva un piccolo impianto semaforico per regolare il senso unico alternato nell'ingresso da via Genova in piazza Dante. La nuova Piazza Dante presenta lo stesso numero di posti attuali più quelli che ora si trovano in Piazza Paolo, per le automobili, più 20 posti per motocicli. Rinunciando a 6 dei 158 posti proposti si possono ottenere, se necessario una cinquantina di posti moto nelle testate dei gruppi di stalli centrali verso la strada statale. In tutta l'area di parcheggio vengono ricavati, a fianco delle corsie per le automobili, passaggi pedonali demarcati da una colorazione a terra che si raccordano alle altre aree pedonali in modo che qualsiasi parte del parcheggio, anche in rapporto al parco e a piazza Paolo sia raggiungibile dai pedoni con il diritto di precedenza sui veicoli (come visibile nello schema in basso a destra nella tavola 1). Vengono inserite piccole aree verdi con panchine nelle aree di risulta in corrispondenza degli ippocastani conservati e di quelli di nuova piantumazione, in punti dove non è possibile ricavare stalli di parcheggio (in un parcheggio di una certa dimensione, che viene utilizzato anche come area di mercato, alcune sedute possono, per gli anziani, risultare molto comode oltre che necessarie).
Di seguito vengono descritti i dati principali del parcheggio.
Numero posti auto attuali in Piazza Paolo 22
Numero posti auto attuali in Piazza Dante 136
Numero posti auto attuali totale 158
Numero posti moto attuali (non presenti nel rilievo
e di difficile stima) -
Numero posti auto di progetto in piazza Dante 158
Numero posti moto di progetto in piazza Dante 20
Calcolo posti disabili secondo la legislazione vigente: 158*2% = 3.16
Numero posti auto per disabili di progetto 4
Per ottenere questo risultato si rende necessaria la ridefinizione parziale del muro di sostegno del'aiuola-terrapieno a fianco della strada statale. Nonostante il ridisegno complessivo del parcheggio si è ottenuta la conservazione di tutte le alberature, tranne due che per motivi imprescindibili verranno eliminate (come visibile nello schema in basso a destra nella tavola 1). Al contempo però si propone la messa a dimora di nove nuovi esemplari di ippocastano in modo da completare la forma dell'insieme e da offrire al parcheggio ed al mercato adeguato riparo dal sole nel periodo estivo. In ultimo, alcuni dettagli: si propone una barriera verde in Carpinus betulus (Carpino bianco) tra la strada statale e piazza Dante consapevoli del fatto che con tale soluzione si ottiene una buona schermatura visiva, ma una scarsa difesa acustica. D'altro canto non risulta possibile per ragioni economiche pensare ad una barriera acustica più efficiente. Viene modificata la posizione di alcuni lampioni nella "piazza" con la sostituzione delle attuali armature da arredo urbano su palo con nuovi corpi illuminanti similari e adeguati alla vigente legislazione sull’inquinamento luminoso. Si propone il posizionamento della piazzola ecologica interrata e delle campane per i rifiuti al confine nord del parcheggio del supermercato ottenendo una posizione non troppo distante da quella attuale, un relativo isolamento dall'abitato e una facile posizione di carico e scarico per i mezzi che svuotano le campane. Realisticamente, come dimostra la stima sommaria dei lavori allegata, non viene presa in considerazione nel progetto l'area dello svincolo a nord tra via Roma e la strada statale.
Queste due immagini sintetizzano l'idea che il progetto si propone: la piazza ha sempre avuto la caratteristica del flusso carraio: è nata come strada allargata e quindi, accettando il fatto del flusso veicolare (seppure ridotto) si coglie nel rapporto strada-piazza dell'immagine storica la metafora del rapporto fiume-ghiaia, visibile nella prima immagine, rientrando nella logica che abbiamo descritto nella premessa e presenta un disegno a fasce in tutta la piazza, che deriva proprio, paradossalmente, dalla curva del flusso veicolare. Quindi persiste la metafora del fiume, dove tutti gli elementi prendono origine dall'immagine dello scorrere, all'origine etimologica del termine "fiume" che governa tutto il sistema degli spazi. La pavimentazione è in lastre di pietra di Luserna bocciardata intervallate da fasce in granito Bianco Sardo, sempre bocciardato, materiale con il quale si realizzano anche le fasce dei passaggi pedonali. Le panchine, i paracarri e i cestini per i rifiuti in granito Bianco Sardo presentano un disegno anch'esso riferibile alla simbologia fluviale e quindi caratterizzato da forme morbide ed allungate che ricordano i ciottoli del Trebbia levigati dall'acqua. La pavimentazione della vasca d'acqua e l'aiuola sono intervallate da "passi" per gli attraversamenti, strumento ludico per i bambini, memoria dei giardini giapponesi, ma anche metafora oltre che dei sassi che qualcuno depone nell'acqua del fiume per oltrepassarlo, anche dei piloni delle chiuse nei canali di irrigazione agricoli o delle passerelle in legno che un tempo servivano a guadare il Trebbia. La tavola 2 riporta l'abaco degli elementi con cui si costruisce la pavimentazione e l'arredo della piazza: un sistema flessibile che può accettare varianti, infatti nel disegno in scala 1:50 la forma e la distribuzione delle parti è volutamente differente da quella del progetto presentato nella pianta in scala 1:250. Lo specchio d'acqua può essere trattato come una fontana tradizionale con alimentazione, ricircolo e filtri (come computato nella stima sommaria), oppure solamente, visti i costi sempre alti della manutenzione, una semplice vasca che riceve l’acqua solo in alcune occasioni e per tempi limitati, in modo da non avere bisogno di trattamenti filtranti. Per questo motivo il fondo e i bordi della vasca sono pavimentati come il resto della piazza in modo tale che anche in assenza di acqua il perimetro ribassato abbia comunque un carattere di elemento di arredo. Il dislivello è di undici centimetri e quindi a norma di legge.
Oltre alla vasca d'acqua ed all'aiuola, trattata con lo stesso linguaggio, altri elementi caratterizzano lo spazio pubblico: si tratta delle alberature che vengono tematizzate in quattro gruppi o "boschi": "il bosco dell'erba", il "bosco dell'acqua", il "bosco dei ricordi", con a terra una lastra che porta incisi i tratti salienti della storia di Rivergaro ed il "bosco del partigiano", anche questo con, a terra, una lastra riportante gli avvenimenti di cui fu protagonista il partigiano Paolo, rivolta verso il vicino monumento all'illustre protagonista locale. La scelta delle essenze arboree per i quattro "boschi" si basa sui caratteri di rusticità e di resistenza alle basse temperature, ai parassiti ed all'inquinamento atmosferico. Ogni gruppo di alberi presenta altezze e dimensioni contenute (6-7 metri) per non ingombrare troppo lo spazio della piazza e chioma che possa offrire ombra, oltre a caratteri spiccati che lo individuano e gli conferiscono peculiarità. Di seguito viene riportata una breve descrizione delle essenze:
L'essenza presenta foglie lucide e infiorescenze bianche e profumate che si trasformano in grappoli fitti di drupe bluastre, immagine della fertilità.
Presenta foglie con 9-11 lobi incisi fino alla base, molto frastagliati, di colore verde in primavera-estate che muta, in autunno, prima con sfumature gialle, poi arancio per arrivare al rosso violaceo prima di cadere. I semi sono di colore rosso vivo.
La sua attrattiva è duplice: i fiori compaiono a fine inverno o inizio primavera, quando poche altre piante sono fiorite e, in autunno, le foglie assumono una bella colorazione dalle tonalità rosse, gialle e arancio. La corteccia inoltre, nel tempo assume una piacevole screziatura.
Sviluppa più tronchi paralleli; la corteccia è chiara, liscia, generalmente tende a sfogliarsi con l'età; la chioma è tondeggiante, allargata, non molto densa; le foglie sono ovali, allungate, di colore verde scuro, divengono aranciate in autunno, prima di cadere. In estate all'apice dei rami le Lagerstroemia producono lunghe pannocchie di fiori di colore bianco, rosato o lilla.
L'aiuola viene piantumata con essenze autoctone selezionate, fatto che permette una semplice manutenzione e favorisce la biodiversità. I plateatici vengono ridefiniti per stare nel disegno della pavimentazione e raggiungere un maggior ordine.
Un accenno all’uso del lettering nell’arredo della piazza. Il progetto lavora su un doppio registro: le lastre in pietra a terra parlano dei fatti legati alla fissità del luogo; quelle in acciaio cor-ten con incisioni passanti, sulle sedute, metaforicamente mobili, parlano attraverso citazioni letterarie del fluire del fiume.
Per ottenere un’illuminazione di qualità della piazza si propone la sostituzione delle attuali armature stradali a parete con nuovo corpo illuminante appositamente disegnato da realizzarsi in acciaio cor-ten che garantisce una luminosità diffusa e confortevole su tutto lo spazio. La carreggiata e le parti pedonali ad essa contigue ricevono luce radente da corpi illuminanti incassati nei paracarri. Il carattere dei gruppi arborei viene rafforzato all’imbrunire con appositi corpi illuminati da incasso a terra. Anche la vasca d’acqua e l’aiuola vengono trattate con luce radente d’accento.
Rivergaro, Piacenza, Italia, 4. classificato
Progetto:
Paolo Greppi
Collaboratore:
Alessandro Marchesetti