Sulla base della carta del 1846, vediamo una serie di isole fluviali generate da una deviazione del fiume Oglio appena più a monte dell’attuale ospedale, che dava origine a un braccio di fiume disposto in modo da passare di fronte al municipio e poi attraverso le isole, con percorsi obbligati in canali sui quali affacciavano i mulini, per ritornare, poi, a gettarsi nel fiume. Questo piccolo arcipelago urbano dal carattere manifatturiero, ma anche ameno, dava una connotazione rarissima al centro storico antico, dovuta all’evidenza dell’equilibrio fra natura - isole - e cultura - edifici e regolarizzazione dei profili -, ravvisabile solo in rarissimi altri esempi quali, in Italia, il Borghetto a Valeggio sul Mincio.
Il progetto prende spunto dall’articolazione morfologica del piccolo arcipelago del 1846 per confrontarla con le esigenze odierne e trasformarne la memoria pur mantenendone il carattere.
Il nuovo parco delle isole, prende avvio da una scala allargata, perché fa da cerniera tra il parco fluviale in fase di realizzazione e il sistema Piazza Zamara-Piazza Roma, ovvero diventa il cardine dei più significativi spazi pubblici del centro storico di Palazzolo che, in questo modo vengono messi in un rapporto di fertile sequenzialità.
L’intervento è costituito da due livelli di parcheggio interrati ai quali si sovrappone un insieme di sette isole intervallate da canali e collegate da ponti, disposte tra il centro storico ed il fiume Oglio. Lo spazio tra le isole ed il centro storico è costituito da un grande bacino d’acqua e la soglia tra le isole ed il fiume da un pontile in legno alla quota del corso d’acqua. Il grande bacino viene alimentato dalla Seriola Vecchia di Chiari a monte. Il dislivello tra il bacino ed il fiume viene ricomposto da piani inclinati sui quali l’acqua scende dolcemente.
Tre sistemi principali costruiscono gli spazi ed il rapporto tra le parti: il sistema dell’acqua, quello del verde e quello dei percorsi. Come già accennato l’acqua (della profondità di 40 cm) prende la forma di un bacino e di alcuni canali compenetrati con il sistema del verde che costituisce la maggior parte del trattamento del suolo escludendo alcune superfici grigliate per la ventilazione del parcheggio sottostante, alcuni piani in terra battuta per manifestazioni all’aperto ed alcune parti in forma di scalinate e cordonate in pietra. Quello che resta è il sistema dei percorsi che connettono la parte a sud, di fronte alla Chiesa con la parte a nord, verso il ponte ed il parco fluviale, secondo tre direttrici principali: la passeggiata lungo Via XX Settembre, l’asse pedonale principale scandito dai ponti e quello in legno alla quota del fiume che recupera un rapporto più naturale e antico con l’acqua dell’Oglio.
Gli accessi carrai al parcheggio sono trattati con volumi dalla copertura inclinata e si trovano alle estremità del parcheggio, mentre le scale e gli ascensori per le uscite pedonali, delle minime dimensioni possibili, sono collocati su Via XX Settembre di fronte agli spigoli del municipio e dell’ospedale, in modo da inquadrare gli edifici. Sia gli accesi pedonali che quelli carrabili sono rivestiti da listelli di legno.
Le isole supportano alcuni edifici e spazi in grado di generare direttamente o indirettamente alcune nuove attività. Si tratta di: due ristoranti di diverso taglio e carattere con grandi vetrate sull’acqua o sugli spazi verdi, un teatro-cinema all’aperto in calcestruzzo bianco, una piazza in terra battuta per manifestazioni e piccoli mercati, una pensilina per venditori ambulanti, cordonate e scalinate in pietra di grandi dimensioni come spazi di sosta all’aperto. Vengono inoltre proposti: la ricollocazione del monumento, delle bandiere esistenti, dell’edicola e la conservazione della maggior parte delle alberature esistenti, soprattutto i grandi pioppi nelle vicinanze della chiesa. L’accessibilità alle isole per i mezzi di soccorso e per i vigili del fuoco è garantita da ponti carrabili utilizzabili anche per raggiungere i ristoranti da parte dei fornitori. Viene mantenuta la rampa in erba per l’accesso dei vigili del fuoco al fiume.
Si tratta di una autorimessa interrata, chiusa, isolata e sorvegliata ovvero dotata di sistemi automatici di controllo ai fini antincendio, secondo le definizioni dell’attuale legislazione italiana in materia, costituita da due livelli di circa 7.500 mq, ciascuno composto da due comparti. Il primo livello interrato, destinato al parcheggio a pagamento ha una capienza di 263 posti auto, 6 posti auto per disabili e 9 posti moto; il secondo livello interrato, destinato alla vendita può ospitare, invece 292 posti auto, 6 posti auto per disabili e 10 posti moto. E’ possibile, senza difficoltà alcuna, trasformare parte dei posti auto del secondo livello interrato in autorimesse chiuse di varie dimensioni.
La ventilazione è naturale ed avviene per mezzo di griglie antivertigine in superficie che garantiscono 1/25 dell’area dei comparti, integrate nel disegno degli spazi sovrastanti. Sono presenti impianti di ventilazione forzata aggiuntivi e di spegnimento automatico incendi a sprinkler.
I tre problemi fondamentali sono: il rispetto delle quote di piena cinquantenaria e bicentenaria e l’approvvigionamento dell’acqua per la vasca. La prima quota, che nello stato di fatto corrisponde a quella della copertina in pietra del parapetto verso il fiume Oglio viene confermata su tutto il perimetro del nuovo bacino d’acqua. La seconda, più complicata da rispettare è quella bicentenaria e viene presa in considerazione solo per quanto riguarda le griglie di ventilazione naturale del parcheggio interrato, che la superano, in altezza, di qualche decina di centimetri, e per gli accessi carrabili e pedonali che dovranno avere paratie mobili per impedire l’ingresso dell’acqua nel caso della piena bicentenaria. L’approvvigionamento dell’acqua avviene dalla Seriola Vecchia di Chiari con lo scavo di un canale che costeggia Via Sgrazzutti.
Palazzolo sull'Oglio, BS, 2008
Comune:
Comune di Palazzolo sull'Oglio
Progetto:
Paolo Greppi
Pierluigi Bianchetti