informàre, dal latino informàre.
Dar forma a checchessia e, per traslato, dar notizia, istruire, insegnare, quasi ciò serva a dar forma ed essere ad una cosa innanzi agli occhi della mente.
autòma, dal greco autòmatos.
Che fa o avviene spontaneamente.
informatica, dal francese informatique.
L'etimologia italiana del termine "informatica" deriva dal francese, come contrazione di inform(ation autom)atique. Philippe Dreyfus utilizzò per primo, nel 1962, il termine informatique, per definire l'elaborazione automatica dell'informazione per mezzo di calcolatori.
È superfluo ricordare che il trattamento dei dati da parte delle macchine non ha nulla di paragonabile all'intelligenza umana (anche se nessuno può con certezza negare la possibilità futura di sviluppi, anche inquietanti, in questa direzione, come magistralmente prefigurato da Stanley Kubrick nel film del 1968, "2001 Odissea nello spazio"). Per ora l'elaboratore non fa altro che eseguire, molto velocemente, istruzioni assegnategli da esseri umani. Ciononostante è diventato insostituibile nella maggior parte delle discipline, proprio grazie alla velocità di calcolo, che permette di organizzare la conoscenza e farne uso per fornire risposte per alcuni versi più complete di quelle ottenibili da esperti umani. Questa breve premessa su un tema che altri hanno trattato con ben maggiore competenza, ha semplicemente lo scopo di introdurre chi si interessa al progetto, nel mondo delle immagini che ne hanno strutturato l'evoluzione. "...dar forma ed essere ad una cosa innanzi agli occhi della mente" in modo automatico è il principio intelligibile, l'immaginario archetipico messo in atto dalla pelle e dagli spazi che compongono l'architettura del progetto: gli esiti figurativi del calcolo matriciale, la vibrazione dei caratteri nei tabulati dei monitor dei calcolatori, la precisione degli algoritmi di calcolo, il dinamismo virtuale dei modelli matematici, tutto ciò che nell'informatica è simulazione, nell'architettura di questi edifici diventa realtà: ottanta centimetri è la regola che ne permea in maniera cristallina qualsiasi parte visibile: un microcosmo di numeri informatici, ma anche un richiamo alle proporzioni matematiche dell'architettura rinascimentale; il grigio della pietra artificiale riprende il colore della scocca della maggior parte dei calcolatori, ma nell'esposizione agli elementi prenderà una patina naturale; l'oscillazione data dalla frequenza d'aggiornamento (refresh rate) dell'immagine su un monitor diventa vibrazione tangibile di luce e ombra sulla pelle in lamiera dell'edificio, staccata qualche centimetro dal muro vero e proprio.
Nel progetto presentato, vengono confermate le decisioni progettuali essenziali del progetto preliminare: la "lastra" a corpo triplo del Dipartimento di informatica, appoggiata sul piano basamentale delle "piastre" delle Aule didattiche e delle Segreterie, il corpo informale aggiunto della Biblioteca, le tipologie e la morfologia degli edifici, lo spazio verde cuneiforme e gli spazi pedonali frontali, la distribuzione e la disposizione dei locali interni. Nella maggior parte dei casi, tutto viene ridisegnato, riproporzionato e proposto con nuovi contenuti tecnologici e compositivi ed in alcuni episodi, descritti e motivati di seguito, ripensato in maniera maggiormente incisiva. Il linguaggio evocato nella premessa, senza snaturare le scelte del progetto preliminare, permea in maniera ideale e formale, l'immagine degli edifici, conferendo al loro aspetto esteriore nuova identità. Per quanto riguarda, invece, aspetti non riferibili alla "pelle" degli edifici, data la loro eterogeneità, preferiamo descriverli di seguito sotto forma di elenco. Rispetto al progetto preliminare viene proposto lo spostamento verso il basso di un piano, della partizione orizzontale tra basamento in pietra artificiale e corpo alto della torre rivestita in lamiera stirata. Tale operazione riproporziona radicalmente tutto il sistema degli edifici conferendo maggior slancio alla torre rispetto alla parte basamentale. Nella biblioteca viene ridisegnata la scala principale che invadeva sia il piano terra che il primo arrivando fino nel patio. Nel progetto definitivo il patio al piano primo presenta una forma pura: un triangolo e la distribuzione di tutto il piano, come anche quella del piano terra e delle coperture ruota intorno a questa forma con un guadagno di spazi utili e la razionalizzazione degli spazi interni (ad esempio: è stata ridistribuita l'area lettura riviste, in modo tale che affacci completamente verso il giardino). Viene anche eliminata la copertura vetrata del patio a piano primo che, nell'uso esterno estivo, avrebbe probabilmente creato problemi di abbagliamento oltre che di difficile ventilazione e al suo posto viene proposto un pergolato in acciaio zincato da far ricoprire di vegetazione: in tal modo vengono garantite sia la protezione dalla radiazione solare che la ventilazione naturale. La modularità basata sulla misura di ottanta centimetri regola con rigore non solo la pianta e la struttura della torre, in entrambe le direzioni, e quindi le dimensioni dei locali interni, ma anche le facciate della torre, delle piastre anteriori, delle segreterie e della biblioteca, sia nelle finestrature di qualsiasi dimensione, che nei rivestimenti in pietra artificiale e in lamiera stirata. Il volume a sbalzo della sala di lettura a piano primo della biblioteca ha un carattere più deciso e significativo e trova un recapito visivo e concettuale nella vasca d'acqua ai suoi piedi: la conoscenza si rappresenta e rispecchia a terra all'ingresso del complesso di edifici. La vasca con seduta perimetrale e rivestimento sia esterno che interno in pietra artificiale identica a quella delle pavimentazioni e delle facciate, funziona, inoltre, come luogo e momento di incontro e socializzazione degli studenti. Il movimento delle finestre nelle facciate della torre supera il registro esclusivamente cromatico del progetto preliminare e introduce effetti di chiaroscuro per la proiezione delle ombre della lamiera stirata sulla rasatura del muro retrostante e per i riflessi variabili della luce sulle superfici multiformi delle lamiere. Sul fronte sud si aggiunge una nota dinamica dovuta alla variabilità, in rapporto al soleggiamento, dei piani delle tendine avvolgibili esterne mobili. Per l'aspetto del dinamismo nel posizionamento delle finestre ci si è riferiti al progetto di housing e albergo di Eduardo Souto de Moura + Terradas Arquitectos a Gramenet, Barcellona. Le facciate della torre acquistano una doppia natura in relazione al rivestimento in lamiera stirata di zinco: sui lati nord e sud il rivestimento esterno ha una percentuale di foratura del 54%, mentre ad est ed ovest la superficie è molto più chiusa, con il 32% di superficie forata; questo favorisce - anche in virtù del fatto che i prospetti ovest ed est presentano poche aperture e la lamiera stirata passa come un velo continuo davanti a queste aperture, mentre a sud e nord le aperture sono molte e la lamiera si ferma ai loro perimetri - la percezione del prisma della torre come lastra solida con forature solamente sulle facciate maggiori, conferendo un deciso orientamento all'edificio e rendendolo quindi più dinamico. Risulta difficile rappresentare in maniera realistica (anche nelle renderizzazioni) l'esito formale della lamiera stirata sovrapposta alla rasatura del cappotto (per facilitare la comprensione di tale effetto si allega un'immagine del New Museum of Contemporary Art di Kazuyo Sejima + Ryue Nishizawa a New York). Sarà importante, nella fase progettuale successiva, calibrare il colore dell'ossidazione della lamiera e quello della rasatura retrostante. Nel basamento, invece, viene contrapposta all'evanescenza delle superfici in lamiera, la gravitas della pietra artificiale di colore scuro, in modo da ottenere un contrasto più profondo. Gli spazi aperti e la vasca d'acqua presentano maggior relazione ai volumi costruiti e quindi si integrano con il disegno complessivo dell'architettura. Ad esempio: la fontana è pensata come l'ombra del volume a sbalzo della biblioteca, giustificando, in questo modo, tale massa sospesa che altrimenti non avrebbe avuto alcun recapito visivo; il viale centrale dello spazio cuneiforme si pone in relazione assiale e prospettica con la traccia verticale dei terrazzi in corrispondenza dell'ingresso, relazione rafforzata dalla medesima larghezza del viale e dei terrazzi. Lo spazio, quasi un sagrato, all'ingresso esterno della sala lauree cerca una maggior dignità civile per fare da teatro alle attività che avranno luogo nella sala, che, come precisato nel progetto preliminare, potrà avere anche un uso indipendente dalla didattica e ospitare incontri ed eventi eccezionali. Il percorso coperto da una pensilina in vetro che parte dalle segreterie e prosegue in direzione del parcheggio per biciclette, viene prolungato fino ad avere un ingresso diretto e coperto dalla strada. Inoltre viene anche proposta la copertura totale in vetro del parcheggio per i cicli.
Bando di gara per la partecipazione all’appalto integrato per l’affidamento della progettazione esecutiva e l’esecuzione dei lavori
Committente:
Università degli studi di Milano
Progetto architettonico:
Paolo Greppi (con altri)
Collaboratore:
Alessandro Marchesetti
Stato:
progetto definitivo