La hall di ingresso viene trattata come spazio informale che si estende per tutta la lunghezza dell’edificio. La bussola di ingresso presenta dimensioni generose per consentire al suo interno l’esposizione di annunci, bilanci e planimetrie orientative del complesso ospedaliero. Il nuovo punto informazioni viene pensato come bancone aperto in modo da rendere più naturale la richiesta di informazioni. I due spazi commerciali richiesti, insieme allo sportello bancario, dotati di servizi e piccoli depositi, vengono gestiti come cellule modulari che possono avere orientamenti diversi ed essere modificate nel tempo. Lo spazio per le attività di charity, si affaccia sull’atrio, ma viene annesso alla cappella poiché accoglie un’attività ad essa pertinente. La pensilina di ingresso è dimensionata in maniera tale da proteggere le aree di sbarco per utenti disabili provenienti dai parcheggi pubblici esistenti.
La nuova sala congressi, rivestita in velluto blu, viene messa in relazione sia con il foyer, e quindi con l’atrio principale, sia con la futura caffetteria (di cui si propone una schematica organizzazione) tramite corridoi generati da un doppio involucro, vero e proprio ambulacro che alloggia nelle parti ai fianchi del palco, due locali accessori: una saletta per i conferenzieri ed una per gli interpreti. La sala risulta suddivisibile in 100/300 posti con una parete in pannelli scorrevoli che, in caso di utilizzo per trecento persone vengono alloggiati nell’apposito locale tecnico sul fianco dell’aula.
La finitura esterna della nuova torre degenze cerca di modificare il meno possibile l’involucro già progettato, cambiandone però radicalmente l’immagine. Viene confermato il rivestimento in facciata continua tamponato in parte con vetri ed in parte con pannelli opachi, con leggere modifiche per renderlo più ordinato. Ad esso viene giustapposto un frangisole in alluminio anodizzato color bronzo, finitura identica a quella dei parapetti del complesso ospedaliero esistente, che conferisce, soprattutto alla facciata verso sud, la necessaria protezione dalla radiazione solare ed un carattere più consono alle attività che l’edificio accoglie.
Si è deciso di privilegiare l’orientamento dell’edificio sacro e quindi il suo ingresso principale in relazione alla struttura ospedaliera, nonostante in questo modo l’abside risulti a sud (le nuove regole della CEI consentono per motivi rilevanti di abbandonare l’orientamento tradizionale ad est). Gli altri due ingressi richiesti si trovano alle estremità dello spazio sacro, uno verso il nuovo atrio di ingresso e l’altro dall’esterno, verso la nuova torre degenze, in relazione al parcheggio tramite un percorso pedonale che attraversa il giardino. Per quanto riguarda il programma funzionale e la disposizione interna si rimanda alla relazione liturgica ed alla pianta con relativa legenda, che risultano maggiormente eloquenti.
“La costruzione di nuove chiese è un problema sempre attuale per la comunità cristiana. Lo è soprattutto in questo tempo in cui le forme e le funzioni dello spazio liturgico chiedono di essere ripensate in base alla riforma voluta dal Concilio Vaticani II e al cammino di fede delle comunità che celebrano il Mistero di Cristo” . Anche la costruzione di una Cappella d'ospedale non si sottrae a questa dinamica: non può essere considerata solo come opera “muraria”, più o meno piacevole, ma richiede di porsi davanti “ai soggetti per i quali viene edificata e al Soggetto divino a cui è riferita” . “La disposizione generale di una chiesa deve rendere l'immagine di un'assemblea riunita per la celebrazione dei santi misteri, gerarchicamente ordinata e articolata nei diversi ministeri, in modo da favorire il regolare svolgimento dei riti e l'attiva partecipazione di tutto il popolo di Dio” . Le norme indicano che lo spazio liturgico è, in primo luogo, progettato per la celebrazione eucaristica e per questo motivo si richiede una centralità non tanto geometrica quanto focale dell'area del presbiterio adeguatamente elevato e distinto rispetto all'aula. Pur nell'intenzione di porre tradizionalmente ad est la direzione spaziale del complesso sacro, tale soluzione, considerate le aree di costruzione consentite, avrebbe collocato ancora l'assemblea in una posizione allungata e così fortemente frontale al presbiterio nella quale difficilmente ciascuno avrebbe potuto “partecipare con l'atteggiamento, con lo sguardo, con l'ascolto e con lo spirito alle diverse fasi della celebrazione” . La decisione di progettare lo spazio liturgico in asse trasversale all’edificio (in diretto collegamento con l’ospedale) e non longitudinale è parsa meglio rispondere alle esigenze richieste sia dalla CEI sia dalla particolare assemblea che prevalentemente fa riferimento alla realtà ospedaliera, dove, in uno spazio allargato lateralmente e compresso longitudinalmente, l'avvertirsi comunità più unita e più coinvolta, anche emotivamente, diventa veicolo di speranza e di sostegno spirituale nell'esperienza del dolore e della malattia. Per quanto sopra affermato, il presbiterio vuole rispondere alla sua natura di luogo focale dell'aula liturgica: l'altare è polo centrale ben visibile a tutti, segno permanente di Cristo sacerdote e vittima ; la sede, non in asse centrale con l'altare, ma a lato in uno spazio suo proprio, designa il presidente come capo, ma anche come parte integrante dell'assemblea e in sua diretta comunicazione ; l'ambone, metafora del libro della Sacra Scrittura, correlato con l'altare ma senza interferire con la sua priorità, e in prossimità dell'assemblea, non è un semplice leggio, ma luogo eminente della Liturgia della Parola e la sua collocazione permette i percorsi liturgici previsti . La custodia eucaristica è stata pensata non sul presbiterio ma in in luogo architettonicamente importante, dignitoso e a cui lo sguardo degli occhi e del cuore si rivolge naturalmente da parte dei fedeli. Il progetto, oltre questi elementi essenziali, prevede nell'aula liturgica il posto per l'organo e l'eventuale coro più due spazi per la devozione alla S .Vergine Maria e a S. M. Crocifissa di Rosa . Il locale annesso e adibito a sacrestia è tale che il celebrante possa uscire recandosi sia direttamente sul presbiterio, sia mediante ingresso processionale ; la sede della penitenzieria è progettata contestualmente a tutto l'edificio con una soluzione dignitosa, sobria e accogliente . Non essendo una chiesa parrocchiale si è soprasseduto a prendere in considerazione il Battistero con il suo Fonte battesimale ed il campanile.
Il bando di concorso richiedeva un nuovo atrio, una cappella di dimensioni maggiori ed un auditorium, al fine di risarcire l’edificio che già possedeva tali ambienti che nel progetto originario risultavano insufficienti. Il progetto propone un lungo edificio che si pone come basamento visivo, accostandosi alla parte bassa della facciata principale senza compromettere alcun affaccio verso l’esterno, e conferendo, al contempo nuovo senso alla struttura ospedaliera. L’atrio distribuisce a sinistra l’auditorium, a destra la cappella ed al centro, collegandosi al vecchio atrio, l’accesso all’edificio esistente. Il progetto propone un impianto longitudinale che tratta l’intera area oggetto del concorso, ove è consentito con l’edificio, ove non è consentito con un giardino. L’idea che fonda il progetto risolve il rapporto, oggi molto critico, dell’intero edificio ospedaliero con il parcheggio ponendosi come nuovo elemento fondativo deciso della facciata esistente, ancorandola al suolo e portandola a nuovo significato anche in relazione alla nuova torre degenze. Quindi il nuovo edificio va letto non solo in sé, ma soprattutto, e questo è possibile farlo con uno sforzo immaginativo che va oltre gli elaborati presentati, come parte di un sistema di masse in equilibrio con quelle esistenti. Viene negato, su quasi tutta la lunghezza del prospetto principale, il rapporto visivo con il parcheggio, in modo da conferire al grande atrio, che si estende a sinistra diventando foyer della sala congressi e a destra dando accesso alla cappellania, un carattere intimo ed accogliente. Viene confermata l’assialità dell’ingresso rispetto sia all’edificio esistente che a quello di progetto. Gli spazi destinati ad accogliere le funzioni richieste, vengono integrati dal giardino di ingresso alla Cappella all’estremità est dell’impianto, che funziona anche da filtro tra l’edificio sacro, la nuova torre degenze ed il parcheggio, dalla sistemazione a verde degli spazi tra l’ospedale e la Cappella, che accolgono il collegamento coperto richiesto e da un patio, fruibile sia dalla futura caffetteria che dall’atrio di ingresso. L’edificio si sviluppa in pianta su una maglia costituita da linee parallele alla facciata esistente, con passo di un metro e ottanta centimetri, incrociate da linee oblique, a quarantacinque gradi, mutuate dall’edificio con cui ci si confronta, che generano, in verticale, una costruzione su tre ordini: una successione di muri, alti due metri e settanta centimetri, al livello inferiore; un sistema di travi ruotate di quarantacinque gradi e alte due metri e settanta centimetri, ad essi sovrapposte, al livello superiore e una lastra di copertura alta un metro e trenta centimetri. Come contrappunto al di sopra dei muri vengono posti tamponamenti in vetro (trasparente od opaco, a seconda dei casi) e, al di sotto delle travi, altri tamponamenti in vetro, trattati come quelli sopra ai muri. (L’altezza totale di sei metri e settanta centimetri riprende quella dell’attuale sala convegni alla quale si accosta). Il sistema di spazi originati da tale configurazione strutturale ha la peculiarità di risultare di dimensioni apparentemente maggiori di quelle reali oltre a permeare di dinamismo e quindi di vitalità e ottimismo le attività che è destinato ad accogliere. Per il controllo di un organismo generato da geometrie così complesse è stato necessario studiare in prima battuta un edificio dalla pianta più semplice e minimale nel quale si sono posti i capisaldi del programma funzionale e delle relazioni tra le funzioni. Di questo primo studio viene allegato uno schema planimetrico nelle pagine seguenti. Il rivestimento esterno e le pavimentazioni interne dell’edificio sono in marmo di Botticino bocciardato o altro marmo di colore chiaro, la struttura della copertura e l’interno e l’arredo della Cappella sono in legno, l’interno della sala congressi è in moquette e velluto blu. La copertura è trattata come giardino pensile per risarcire l’ospedale dell’attuale area verde d’ingresso che viene occupata dal nuovo edificio e per eliminare gli svantaggi termici che qualsiasi altro tipo di finitura comporterebbe per le camere di degenza ai piani superiori.
Brescia (BS), 2010
Nuovo ingresso principale, sala conferenze e cappella (concorso ad inviti)
Committente:
Istituto Ospedaliero Fondazione Poliambulanza
Prestazioni da bando:
progetto preliminare
Stato:
progetto preliminare
Progetto:
Paolo Greppi, Pierluigi Bianchetti, Andrea Liverani, Enrico Molteni