Il complesso assume come archetipo strutturante un impianto introverso di tipo monastico, ma a spirale aperta verso l’abitato e il futuro parco. L’impianto si attesta sul viale nel parco proposto dal nuovo Piano di Governo del Territorio accogliendolo come asse sul quale aprire il sagrato. Il salone, il bar, i locali di servizio al campo sportivo, i locali per il Ministero Pastorale, la Canonica e la Sacrestia, hanno un’altezza esterna di quattro metri, la minore possibile, in modo che la Chiesa, con i nove metri di altezza massima concessa dalle Norme tecniche attuative del Piano Regolatore Generale vigente, possa risultare valorizzata e prospetticamente più alta di quello che in realtà è. Lo stesso discorso viene accentuato dai materiali: tutto il complesso è rivestito, per ragioni economiche, con finitura a “cappotto” di colore grigio, mentre la chiesa è rivestita in mattoni di klinker bianco, in modo da emergere rispetto all’impianto complessivo. Verso ovest, sul lato sinistro dell’impianto architettonico, sono disposti un giardino e un campo da calcio per l’oratorio. Tutto il complesso, a parte il sagrato è recintato a alla sera può essere chiuso. Il volume del salone parrocchiale fa da filtro tra la strada e il sagrato, in modo da consentire alla facciata della Chiesa di “abitare” uno spazio raccolto ed al contempo “urbano”. Il complesso parrocchiale si dispone in modo tale da fungere da cerniera tra il nuovo parco, la via Pavia e il giardino di propria pertinenza.
La riconoscibilità dell’edificio sacro è affidata alla massa compatta e volutamente cieca verso l’esterno dell’impianto generale del complesso che costruisce una sorta di basamento che da rilievo alla chiesa, edificio che invece si apre maggiormente verso il contesto con un portico di dimensioni notevoli, un portale maggiore in bronzo o rame di nove metri di altezza, uno minore, dello stesso materiale, di poco più di due metri e delle grandi aperture nella parte superiore delle quattro facciate. Sia i portali che le finestre presentano dimensioni ragguardevoli e questo gioco di scala è proprio una delle caratteristiche che consentono alla costruzione di rappresentarsi come edificio sacro. Il portale maggiore, in bronzo o rame, presenta l’immagine della croce in rilievo, i cui bracci sono costituiti da una coppia di piatti paralleli che, ad altezza d’uomo alloggiano due sculture che rappresentano le teste di due pecore che si fronteggiano. Quando il portale si apre, le pecore guardano verso l’interno (“Io sono la porta del gregge”, guidando i fedeli verso l’interno. Il portale minore presenta nell’architrave la scritta “Cristo” (ΙΧΘΥΣ: Iesùs CHristòs THeù HYiòs Sotèr) in greco e, in relazione a questo testo, la maniglia in bronzo si presenta come una parte di circonferenza quando la porta è chiusa, ma quando per aprire la porta la maniglia viene ruotata, essa prende la forma del pesce che, quando si completa permette alla serratura di aprire la porta. La riconoscibilità dell’edificio sacro è naturalmente affidata anche alle campane che sono alloggiate nell’intradosso dell’architrave del portico di ingresso.
L’impianto complessivo è basato su un tracciato ordinatore modulato sul quadrato (ad esempio: l’aula liturgica è costruita su uno spazio di venticinque moduli (cinque per cinque), mentre l’aula con gli annessi perimetrali su uno spazio di quarantanove moduli (sette per sette). Il sagrato, l’aula liturgica ed il chiostro (come evidenziato nelle tavole), presentano le stesse dimensioni. Si è cercato di conferire autonomia formale, simbolica e quindi caratterizzante i vari momenti liturgici, ad ogni nucleo liturgico significativo. In pianta, in senso antiorario, il portico con i portali maggiore e minore, il battistero, la cappella mariana, i locali della sacrestia, lo spazio d’ingresso secondario, la cappella feriale e del Santissimo Sacramento, la penitenzieria ed il giardino della Resurrezione trovano collocazione in veri e propri edifici autonomi che vengono poi avvicinati all’aula assembleare a due fuochi con l’accortezza di lasciare uno spazio simbolico ed al contempo tecnico (utile all’illuminazione ed alla ventilazione naturale) tra di essi, in alcuni casi perimetrato da diaframmi vetrati apribili nelle mezze stagioni e comunque sempre chiuso da lucernari apribili in copertura. In tal modo si ottiene anche l’individuazione e, di conseguenza, la riconoscibilità anche dall’esterno delle varie attività accolte nell’interno. Dall’ingresso e dall’assemblea si dispone della visione complessiva di tutti i simboli liturgici in modo che la preghiera possa essere da essi assistita.
L’Assemblea liturgica è Comunità convocata per celebrare l’Eucaristia: lo spazio del suo adunarsi, non come semplice spettatrice, manifesta la sua genuina identità, anche gerarchica. La duplice mensa (IGMR 28) rispetta la centralità prospettica riservata all’altare, mensa per il sacrificio. L’ambone, metafora del Sepolcro vuoto, luogo iniziale dell’annuncio della Risurrezione destinato a tutta l’assemblea, presidente compreso. Sullo sfondo, coronato dalla Via Crucis, si staglia il giardino della Risurrezione, in cui l’Angelo indica l’ambone. Il battistero ha uno spazio ben definito (entrare in chiesa e entrare nella Chiesa). Il fonte battesimale è atto per infusione ed immersione. La vaschetta simbolicamente ottagonale è la fonte da cui scaturisce l’acqua che si riversa nella vasca maggiore simbolicamente circolare. La sede è semplice, ma fa emergere il ruolo della presidenza. Il Presbiterio è a forma di croce (v. nota del Parroco: ”Contemplazione del Crocifisso, nostra Sapienza”) con una pendenza che sale all’Altare (in sublime altare tuum: Canone Romano). Il coro è parte dell’assemblea e al contempo ha una propria riconoscibilità. Uno spazio dignitoso è riservato all’icona della S. Vergine, visibile sia dall’ingresso che dall’assemblea per sottolineare la dedicazione della chiesa. Il portale maggiore richiama Cristo porta delle pecore. Il portale minore richiama l’acronimo Cristo – Pesce. La cappella feriale contiene la custodia eucaristica, che è in relazione prospettica simbolica con il Battistero. La penitenzieria è collocata in uno spazio specifico e riservato (con locuzioni tratte dal rito della Penitenza). La sacrestia spazio non meramente funzionale è strutturato simbolicamente in riferimento alla celebrazione liturgica.
Un aspetto spesso trascurato negli edifici sacri è la presenza del verde, che viene risolta successivamente con la disposizione di qualche pianta nell’interno dell’aula. In questo progetto, invece, il verde assume un ruolo strutturante: è uno dei materiali dell’architettura sia a livello simbolico, che di colorazione, per riflesso, della luce interna. Nel giardino della Resurrezione si è pensato ad arbusti rampicanti di Passiflora incarnata, simbolo della Passione. Nel fiore sono infatti presenti le seguenti coppie simboliche: filamenti a raggiera-corona di spine, stilo-colonna della flagellazione, tre stimmi-tre chiodi, stame-spugna imbevuta di fiele, cinque macchie rosse sulla corolla-piaghe di Cristo. Negli spazi circoscritti dalle vetrature interne invece sono piantumate essenze da interno con una fioritura bianca. Le essenze scelte necessitano di poche cure.
Particolare attenzione è stata data all’acustica con la collocazione dell’organo e della “conchiglia” acustica del coro nella parete del tamburo circolare superiore, rispondendo, così, sia alle questioni del confort acustico sia a quelle simboliche di elevazione del suono verso l’alto.
Un’attenta riflessione sul valore simbolico delle sacre scritture porta all’elaborazione dei diversi elementi della chiesa con una continua attenzione al valore della tradizione artistica e religiosa del passato e alla complessità concettuale contemporanea. Materiali tradizionali o contemporanei fanno delle opere un ponte tra presente, passato e futuro.
Altare: Cena in Emmaus, pietra lavica chiara, colore ad olio, altezza cm 50;
Ambone: Cristo che insegna, pietra lavica chiara, colore ad olio, altezza cm 90;
Fonte battesimale: marmo policromo;
Custodia Eucaristica: Manna piovuta dal cielo, tempera su legno, altezza cm 80;
Sede: pietra lavica chiara, legno;
Penitenzieria: Il figliol prodigo, tempera su legno, altezza cm 110;
Crocifisso: tela, colore ad olio, spray, ferro, legno, altezza cm 170;
Immagine della Vergine: gesso, foglia d'oro, altezza cm 170;
San Giorgio e il Drago: cemento trattato, altezza cm 250;
Via Crucis: formelle: tempera su legno, h cm 30;
Angelo della Resurrezione: colore acrilico su tondino di rame, h cm 170;
Sculture per il portale maggiore: Teste di pecore, fusione in bronzo con ossidi colorati, altezza cm 17.
La riflessione, emersa soprattutto nell’incontro con la simbologia biblica, ha elaborato un programma iconografico quale sintesi tra una continua attenzione al valore della tradizione artistico-religiosa del passato e la complessità concettuale contemporanea. L’uso di materiali sia tradizionali che moderni ed il loro accostamento cromatico propone un ponte tra presente, passato e futuro. La spazialità liturgica vuol offrire una prima forma iconografica con riferimento ai quattro elementi primordiali in relazione prospettica tra loro: acqua (Battistero), fuoco (cero presso il SS.mo Sacramento), terra (il giardino), aria (lo Spirito che adombra assemblea ed altare). L’Altare in pietra lavica chiara con tempera su legno (cena di Emmaus); l’Ambone in pietra lavica chiara con colore ad olio (Gesù che insegna); il Fonte battesimale ed i tre gradini discendenti e ascendenti in marmo policromo bianco-nero si situano nel contrasto simbolico morte-vita, il fondo rosso della sorgente richiama il Sangue che lava dal peccato, sul fondale si trova la tradizionale scritta evangelica “nisi quis renatus fuerit ex aqua et Spiritu Sancto”; La Custodia Eucaristica in argento e metallo per l’inviolabilità del sacramento è sostenuta da supporto in legno con iconografia in tempera su legno (manna dal cielo); la Sede è in pietra lavica chiara e legno; una tempera su legno raffigurante il figliol prodigo per la Penitenzieria; il Crocifisso in colore ad olio, ferro, legno e tela; l’immagine della Vergine è in gesso e foglia d'oro; San Giorgio e il Drago in cemento trattato; la Via Crucis in tempera su legno; tondino di rame verniciato per l’Angelo della Risurrezione; il portale maggiore con croce e pecore a fusione in bronzo ed ossidi colorati; la maniglia del portale minore è parte di un cerchio che, girato per aprire, forma la figura del pesce.
E’ stata posta particolare attenzione alla soluzione dei problemi dei disabili (piattaforma sul retro del presbiterio, assenza di dislivelli in tutto il complesso, rampe inferiori al 5% di pendenza per gli ingressi in chiesa, nei locali di ministero pastorale, nella canonica e nel salone. La Chiesa presenta vie di fuga contrapposte con apertura verso l’esterno e i locali per il ministero pastorale, oltre all’ingresso principale, due uscite di servizio. E’ stato pensato un accesso con scala retrattile al vano sopraelevato dell’organo per la manutenzione. L’intercapedine con vetri in basso ed in alto fra il volume che accoglie l’assemblea e quelli ad esso aggregati permette, nelle mezze stagioni si aprono i vetri in basso verso l’interno e verso l’esterno e, quando non piove, anche quelli in alto, ed in questo modo si innesca un moto d’aria ascensionale che rinfresca naturalmente l’interno dell’edificio.
Il complesso parrocchiale è dotato di una grande semplicità costruttiva per ottenere un risultato il più possibile economico nelle operazioni di manutenzione ordinaria. I materiali interni e soprattutto quelli esterni (mattoni di clinker opaco e rivestimento a cappotto con zoccolo in pietra per tutte le murature esterne e rivestimento in lamiera di rame a doppia aggraffatura per il portico), sono, a parte il rivestimento a cappotto che andrà tinteggiato ciclicamente, privi di necessità manutentive. La pianta delle coperture è semplicissima, in modo da scongiurare possibili problemi alle impermeabilizzazioni. Il riscaldamento della chiesa, dei locali per il Ministero Pastorale, della Canonica, della Sacrestia e del bar, sarà a pannelli radianti a pavimento, mentre per il salone ed i locali di servizio al campo sportivo si userà un sistema a ventilconvettori. L’illuminazione naturale e artificiale, provenienti dalle stesse fonti è calibrata per ottenere fasci diretti sui vari episodi liturgici, tramite aperture in copertura e un livello di illuminazione soffuso nel resto degli spazi, cercano di conferire un carattere spirituale ai diversi luoghi dell’interno.
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