Gli esseri umani e soprattutto i bambini hanno bisogno di riconoscersi non solo negli altri, ma anche nell’ambiente in cui vivono. Quindi l’inizio della comprensione degli altri e del mondo avviene con la messa in atto della mimesis, con l’identificarsi con l’altro (entrare in relazione) o l’appropriarsi dello spazio (abitare).
Quale edificio, se non una scuola e per di più una scuola per l’infanzia, potrebbe maggiormente necessitare di una riflessione su queste nozioni?
Il teatro delle prime esperienze di mimesis con l’altro non solo offre riparo a questi momenti, ma è al contempo oggetto del processo di immedesimazione.
Se all’educatore spetta il compito di condurre il bambino, attraverso il gioco, nel rapporto con l’altro, l’architetto non deve far altro che offrire volumi, spazi e colori alla giovane immaginazione in modo che essa cominci a lavorare per produrre nuove immagini e nuovi significati. Non serve molto altro per fare questo progetto, forse solo la misura: non troppa forma, né troppo poca per far sì che il sogno ad occhi aperti, la rêverie dei piccoli abitanti sia la più libera possibile.
L’idea di progetto si basa sull’ostensione dei volumi contenenti le varie attività portando l’impianto e l’immagine degli edifici ad essere metafora di un piccolo centro urbano dove le sezioni con i relativi spazi a loro servizio rappresentano le abitazioni, mentre le aule per attività libere e speciali, gli edifici pubblici. Tutti questi volumi affacciano su una corte chiusa e protetta, trattata a verde, e possono avere accesso sia dall’interno che dall’esterno.
L’accessibilità agli edifici scolastici è garantita, a partire dal parcheggio e dal parco con semplici cambi di pavimentazione sulle superfici stradali e con una “zona protetta” da vegetazione nello spazio antistante gli edifici, ai quali si accede poi, tramite ascensori o scale all’aperto.
L’ impianto è unitario, ma con la chiara individuazione dei due edifici scolastici e dei loro spazi aperti, in modo tale da garantirne la totale autonomia d’uso.
Sono stati immaginati, come richiesto, i rimodellamenti del terreno sui lati stradali. L’area potrà accogliere in futuro altri servizi pubblici ai quali si potrà accedere con la rampa di progetto.
Gli spazi aperti intorno agli edifici sono trattati con alberature con densità molto superiore a 20 alberi/ha e essenze di tipo arbustivo con densità non inferiore a 40 arbusti/ha.
Sono rispettate tutte le normative vigenti, e nel caso di affidamento d’incarico saranno dimostrate.
Nella scuola materna, alla corte si aggiunge l’uso dello spazio a verde esterno all’edificio.
Le superfici aggiuntive hanno permesso di incrementare la dimensione delle attività libere e soprattutto di sovradimensionare gli spazi distributivi in modo da renderne possibile l’utilizzo anche per la didattica in funzione dell’evoluzione delle esigenze educative.
Data la costruzione per padiglioni è possibile la trasformabilità con aggiunta di nuovi corpi edilizi secondo esigenze future.
La flessibilità degli spazi interni è permessa dalle ante visibili in pianta che permettono di utilizzare parti del corridoio di distribuzione anche come aule.
Il progetto non chiude su sé stesse, intorno ai futuri residenti, le aree destinate a verde pubblico, di questo piano di urbanizzazione, ma le apre al paesaggio più ampio, facendolo divenire “elemento di identità storica e ambientale” (NPRG) per i cittadini. I filari di pino domestico sui crinali, il bosco di cerro e farnetto, la vegetazione ripariale sono gli elementi della campagna che entrano nel progetto e strutturano l’intervento.
Il progetto prevede un percorso principale, dalla stazione sino ad unirsi al viale a sud, di cui diviene il naturale proseguimento. Il percorso distribuisce senza soluzione di continuità gli edifici pubblici (la stazione, il parcheggio, l’asilo, il parco, il bar, il tennis esistente), e al contempo attraversa i luoghi topici del paesaggio (la zona umida, la linea di crinale, la conca prativa rivolta a sud). Diviene la “spina” alberata con pini domestici degli spazi aperti, e unisce le aree pavimentate ed attrezzate per la sosta e per i giochi. Le aree a verde (V1) del piano sono individuate dalla topografia: la conca prativa rivolta a sud, con al centro il lago in cui l’acqua piovana viene raccolta, e la sommità, che risolve la strozzatura dell’area a disposizione e diviene belvedere, area in cui è collocato un bar e i giochi. L’ampio parcheggio (P3) viene alberato uniformemente per dilatare nel territorio la presenza della stazione; un sistema di drenaggio costituito da fossi scolmatori raccolgono l’acqua piovana. Infine la sommità dell’area è alberata, in maniera da attutire l’impatto dei lunghi edifici residenziali.
L’opera d’arte proposta, una seduta che ripropone, in pianta, la mappa di Roma vuole avvicinare l’arte contemporanea al pubblico (public art) e quindi si propone anche come oggetto d’uso quotidiano che può anche essere visto sotto forma di gioco.
Per l’organizzazione degli spazi della scuola materna la scelta pedagogica di fondo è quella di formare sezioni composte di bambini delle tre fasce d’età con l’obiettivo educativo che i più grandi, con il tramite delle insegnanti, siano d’aiuto ai più piccoli nel raggiungimento delle varie autonomie. È naturalmente anche possibile dividere le sezioni per fasce d’età come proposto dal bando. Gli spazi per le attività libere e speciali quali l’educazione all’animazione e all’immagine sono pensati all’esterno delle sezioni: in tali spazi gli alunni vengono raggruppati per fasce di età (intersezione) poiché differenti sono le capacità nel disegno, nell’animazione e nelle altre attività simili. Per quanto riguarda l’asilo nido, invece, l’organizzazione proposta è per fasce d’età.
Servizi e spazi pubblici in Roma nei programmi di trasformazione urbanistica. Progetto preliminare per: asilo nido per 60 bambini e scuola materna a tre sezioni, aree verdi attrezzate e parcheggi pubblici
Olgiata, Roma, Italia, Progetto preliminare
Committente:
Comune di Roma
Progetto:
Paolo Greppi
Pierluigi Bianchetti
Teresa Rosas
Jacopo Pellegrini