Le attività umane, la cultura e l’arte sono assoggettate al linguaggio. L’alfabeto nasce come sistema di simboli che traspongono graficamente il suono che agli inizi ha generato una trepidazione. Nella parola sta la radice delle cose. Nella parola che l’usura del tempo ha degradato.
Dall’interno: rileggere la vita della città attraverso un rigenerato alfabeto che può ricomporre qualsiasi parola, lo stesso alfabeto che può mutare la luce del testo che stiamo leggendo...
Dall’esterno: rileggere, al vaglio delle rinnovate lettere di un alfabeto scolpito nel metallo, la vita e il lavorio dell’arte o della cultura che dell’alfabeto fanno il loro essere…
L’edificio si inserisce nel contesto di Via San Faustino e Rua Sovera con l’intento di non snaturare il loro carattere di strade con prospettive ormai consolidate nel tempo e che appartengono alla memoria collettiva della città. Tale atteggiamento rispettoso trova nella misura del lotto gotico, su cui è costruito l’isolato compreso tra le vie sopra citate, l’incipit e la definizione dell’intero impianto. La tripartizione dei fronti sulle due vie, lungi dall’essere infatti una mera operazione mimetica, “di facciata”, ripropone il lotto gotico anche in pianta, costruendo la tipologia e la spazialità dell’edificio sulla sua misura. Il carattere pubblico dell’edificio e quindi il suo emergere dal contesto, anche considerando che l’unico edificio non a carattere residenziale-commerciale su Via San Faustino è il Monastero omonimo, si rivela infatti solo su piazza Rovetta attestandosi sul vuoto urbano con un fronte porticato (come il Palazzo della Loggia si attesta sulla piazza omonima), ed una facciata colma di “decorazione” (come nel Palazzo della Loggia). Tale facciata principale risulta composta da una vetrata schermata da un sistema frangisole a lame orizzontali e lettere dell’alfabeto che la caratterizzano suggerendo la metafora del libro (e quindi della cultura, tema dominante dell’edificio), essendo, questa, già evidente su Via San Faustino e Rua Sovera, dove l’edificio si pone come un insieme di “volumi” nuovi su “scaffali” già “abitati” da “volumi” storici, leggendone la successione, la memoria, la misura, il contesto e utilizzando un “linguaggio” in grado di coniugare passato e presente senza soluzione di continuità.
La facciata principale, vera e propria ”icona urbana” che mostra alla città le attività che l’edificio accoglie, ma al contempo le vela con un lettering che sfuma la “durezza” del vetro in un contesto delicato, l’ampio portico di ingresso, la miscelazione flessibile e variegata delle funzioni all’interno dell’edificio, le nuove vedute del Palazzo della Loggia dall’interno dei vari piani e dalla terrazza superiore dell’edificio, sono le risposte architettoniche ai desideri espressi nel bando a riguardo di un “nuovo” centro storico con maggior valore, socialità, dinamismo economico, relazioni fra Università, economia e amministrazione pubblica. L’edificio può veramente divenire “polarità attrattiva che costituisca un ulteriore punto di incontro, di riferimento e di riconoscimento anche simbolico del centro storico di Brescia”.
Sale di lettura ed espositive a supporto delle sedi universitarie
Brescia, Italia
Committente:
Comune di Brescia
Progetto:
Paolo Greppi
Collaboratori:
Pierluigi Bianchetti
Simone Brioni
Alessandro Muccio
Massimiliano Pagani