Nuova sede Gruppo Alpini Brescia
Brescia (BS), 2006
Brescia (BS), 2006
Nella storia, fino ad oggi, quali sono le architetture o parti di esse, pensate o realizzate per essere mobili se non, nella maggior parte dei casi, quelle meramente tecniche o funzionali? Quali, non sono connotate solamente da un aspetto tecnico-utilitaristico? In sostanza, quali, pur assolvendo ad un aspetto funzionale, propongono un’architettura la cui immagine cambia radicalmente in rapporto alla loro posizione, ma soprattutto quali, oltre a ciò, pongono domande fondamentali sulla questione del linguaggio (composizione) e quindi del rapporto tra la forma ed il significato giungendo a forzare la struttura di un archetipo facendo parlare le parti di un tutto in modi diversi, in modo che ognuna influisca sul senso dell’altra con la forza o l’intensità della vertigine che arriva all’origine del linguaggio, quando il fiato resta sospeso e sembra che tutto voglia ancora dire qualcosa, ma di più non possa, fino al limite dell’inesprimibile, che ci soddisfa, anche se per poco, poiché in quell’istante non sono più possibili né domande, né risposte?
La precarietà è il tema che l’edificio vuole o deve esprimere. Ma precarietà, temporaneità fisica e costruttiva non vogliono restare tali e quindi essere manifestate dalle tracce del procedimento realizzativo; la loro ragione vuole essere trasmessa dal logos di volumi, superfici e materiali, giustapposti in una composizione costituita da slittamenti, fino allo stadio estremo in cui un elemento non secondario quale la copertura, per di più sostenuta da lettere che compongono l’acronimo dell’Associazione Nazionale Alpini Gruppo di Bottonaga, anziché da pilastri, inizia a muoversi veramente, fino a coprire la corte esterna per riparare dalla pioggia o dal sole. Solo in questo momento la precarietà, nel positivo della sua accezione di instabilità e provvisorietà, viene rappresentata come il principio fondativo che dà riparo all’attività dinamica e animata che qui si svolgerà.
L’edificio esistente viene ricostruito à l’identique, con i necessari accorgimenti tecnici per adeguarlo alle attuali imposizioni normative e funzionali (scale da 1.20 m di larghezza con possibilità di servoscala, montavivande, piano interrato con servizi e locali tecnici, tamponamenti isolanti e ampie vetrate apribili ad anta al piano terra ed a vasistas al piano primo). L’ampliamento, con servizi igienici completi come nell’esistente, per consentire l’uso contemporaneo e differenziato dei due spazi, è collegato all’ex fienile da un corridoio dimensionato in modo tale da poter funzionare anche come spazio con funzioni diverse quali piccole esposizioni, zona di pausa e di compensazione negli spostamenti tra un edificio e l’altro. Nell’ampliamento, la struttura portante ed il sistema di facciata, volutamente distinti per chiarezza compositiva, lasciano la sala completamente libera in modo da consentire la massima flessibilità d’uso dello spazio. Sempre in questo senso, le pareti vetrate parallele delle due sale sono totalmente apribili in modo da ottenere un unico spazio fluido dalle molteplici possibilità che ha il suo fuoco nel raccoglimento del patio, ma che attraverso di esso si mette in rapporto con il parco antistante.
Efficienza e risparmio energetici
L’edificio è teleriscaldato e si avvale di un sistema di controllo della temperatura ad aria che, coadiuvato dal forte isolamento termico e dalla protezione solare delle facciate data dalla copertura mobile e dai sistemi di schermatura a rullo, garantirà, sia d’estate che d’inverno, un basso consumo di energia, oltre ad assicurare la rapidità di raffrescamento o riscaldamento dell’ambiente che, per sua natura, è soggetto ad un uso discontinuo.
Minimizzazione dell’impiego di risorse e materiali non rinnovabili
Materiali quali acciaio, legno, legno mineralizzato, legno lamellare, vetro, assemblati con tecnologie “a secco” e quindi senza compromettere la situazione dei luoghi, costituiscono la quasi totalità delle parti dell’edificio e consentono il proprio riutilizzo senza causare danni all’ambiente, né durante la loro vita nell’edificio, né successivamente. Inoltre, per quanto riguarda l’ampliamento, è implicita la possibilità dello smontaggio e del rimontaggio e risulta evidente la massima manutenibilità e sostituibilità degli elementi.
Brescia (BS), 2006
Comune di Brescia
Paolo Greppi, Pierluigi Bianchetti
Stato:
Concorso