Il carattere espositivo del museo interpreta il ruolo dell’arte, come liberazione dai pregiudizi, dal nominalismo e come vissuto di esperienze interiori, libere e profonde.
Le opere esposte sono ritratti, maschili (dell’artista e del fratello), contrapposti, anche spazialmente a ritratti femminili. I caratteri si rivelano nel rapporto reciproco.
“La musica, gli stati di felicità, la mitologia, i volti scolpiti dal tempo, certi crepuscoli e certi luoghi vogliono dirci qualcosa, o qualcosa dissero che non avremmo dovuto perdere, o stanno per dire qualcosa; quest’imminenza di una rivelazione che non si produce è forse il fatto estetico.”Jorge Luis Borgesda La muraglia e i libriin Altre inquisizioniIl profeta, gesso patinato a cera, 1948
Torso di donna, bronzo, 1947
Madre con figlie, 1972
Le opere parlano la lingua della mimesis con l’altro da sé.
“Canto le forme dei corpi che presero nuova figura.Numi, poiché voi mutaste anche quelle, ispiratemi il canto,e dall'origine prima del mondo remoto ai miei tempidel mio poema continuo voi intessete la trama.”Maschera femminile, 1947
Senza titolo, senza data
Senza titolo, senza data
Le opere rendono visibili mondi sconosciuti.
Senza titolo, senza data
Maggio, 1974
Senza titolo, senza data
L’energia parla la propria lingua, intraducibile in altri idiomi.
Bellezze geometriche ambivalenti, 1969
Lottatori neri, 1948
Lottatori neri, 1948
I ritratti scultorei portano alla luce l’anima femminile.
“È quasi un pregiudizio assurdo supporre che l’esistenza possa essere soltanto fisica. Come dato di fatto, l'unica forma di esistenza di cui abbiamo conoscenza immediata è quella psichica (cioè, nella mente). Possiamo altrettanto dire, al contrario, che l'esistenza fisica è mera inferenza, dato che abbiamo cognizione della materia solo fintanto che percepiamo immagini psichiche mediate dai sensi.”Carl Gustav Jung“La bellezza della più giovane era così straordinaria, così fuori del comune che il linguaggio umano appariva insufficiente e povero non solo a descriverla ma anche solo a lodarla.”Apuleio, da La favola di Amore e PsicheFanciulla con fiore, 1940
Senza titolo, senza data
Ritratto di Conie, 1940
Le sculture esposte narrano una delle possibili evoluzioni del ruolo femminile, incrociando l’età ed il carattere delle protagoniste ritratte (dalla bambina, alla ragazza, all’adolescente, alla guerriera, alle raffigurazioni arcaiche, quasi africane, fino alla ricostituzione del ruolo materno, con l’unico intervento maschile della sala, all’interno della famiglia ritrovata.
Totem padre e figlio, 1948, madre, 1949, vescovo, 1949
Totem padre e figlio, 1948, madre, 1949, vescovo, 1949
Donna con bastone e testa d'uomo decapitata, 1970
Donna con bastone e testa d'uomo decapitata, dettaglio, 1970
Idolo esotico, senza data, fronte
Idolo esotico, senza data, retro
Bellezza nera, 1949
Bambina con nido, 1949
Ragazza con upupa, 1947
Senza titolo, senza data
Senza titolo, senza data
Senza titolo, senza data
Data la disponibilità, la sequenza e la qualità degli spazi che ospiteranno le opere dell’artista Ugo Adriano Graziotti, esponiamo di seguito le scelte che hanno portato alla selezione delle opere pittoriche e scultoree dell’artista ed ai motivi della loro disposizione negli ambienti. La disposizione e l’allestimento delle sale, con la descrizione delle opere, con titoli e dimensioni, è descritta nelle tavole grafiche relativa al museo.
Si tratta di sette sale, la prima introduttiva e le altre sei tematiche.
L’idea che fonda la scelta delle opere (l’Amministrazione possiede un numero di opere superiore a quelle che verranno esposte, quasi tutte catalogate ed il Museo attuale, anche se in condizioni e spazi inadatti, appartiene al Sistema museale lombardo) ed il loro raggruppamento per temi, segue due registri:
- il primo considera come Graziotti, artista poliedrico con una conoscenza vasta, aggiornata e puntuale di tutte le correnti artistiche a lui precedenti e contemporanee, possa essere interpretato alla stregua un semplice epigono eclettico del mondo artistico a lui contemporaneo, mentre scavando più a fondo si è cercato di cogliere e comunicare il carattere originale ed autonomo del suo talento, infrangendo il pregiudizio che si appiglia, attraverso una visione critica superficiale, al fatto che le sue opere siano caratterizzate da riferimenti ad altri artisti. Quindi in sostanza, seguendo Jünger, scrittore e filosofo tedesco, “…si dimenticano tutti i nomi, anche il proprio. Le cose parlano con la loro forza senza nome.”
- il secondo, alla luce del primo, seleziona e dispone in un’atmosfera dialogica, in ogni sala – indifferentemente alle date dei lavori - opere dal carattere o dal tema simile, in modo da offrire una lettura guidata dalla consonanza tra tema introdotto da citazioni scelte di autori del passato o contemporanei ed opere pittoriche o scultoree esposte.
Il progetto considera e affronta i seguenti aspetti e parti di Palazzo Laffranchi (di seguito descritto attraverso una ricerca storica e bibliografica):
restauro conservativo delle seguenti facciate del Palazzo:
Prospetto su Piazza Martiri della Libertà, testata nord e prospetto sotto portico della facciata lunga verso la corte interna (la restante parte di tale facciata, come anche le facciate rimanenti: quelle corrispondenti alle sale M08, M09 ed M10, vengono solo proposte negli elaborati grafici, ma saranno affrontate con interventi successivi al presente progetto, tranne, per la facciata lunga, per la rimozione delle unità esterne per i ventilconvettori, che vengono rimosse e ne vengono inserite di nuove, con le dovute schermature, sulla testata nord).
Riuso attento con la massima cura conservativa delle seguenti parti del Palazzo (evidenziate negli elaborati grafici, da retini colorati):
museo: sale espositive della collezione Ugo Adriano Graziotti, di proprietà del Comune di Carpenedolo, (ora conservata provvisoriamente nel sottotetto dell’edificio), a piano terra;
museo: uffici, sala associazioni e spazi per artisti, di pertinenza del museo, a piano primo.
I piani terra e primo, relativi al museo, sono completamente indipendenti dal resto dell’edificio e presentano due accessi: uno per i visitatori, che possono percorrere con continuità tutte le sale in virtù di quattro nuove aperture nelle murature esistenti e dell’inserimento di una piattaforma elevatrice e di una scala, ed uno, indipendente, per i soli fruitori della sala M10 a piano primo, destinata ad accogliere gli uffici per le associazioni artistiche locali.
servizi igienici:
tranne i servizi già a norma rispetto alla vigente legislazione per l’abbattimento delle barriere architettoniche, tutti i blocchi bagni vengono completamente ristrutturati;
uffici Servizi scolastici del comune:
viene installato un impianto di condizionamento a controsoffitto che permette di suddividere gli spazi in maniera più razionale, con partizioni vetrate;
spazi distributivi:
gli spazi del portico a piano terra, che attualmente presentano dislivelli e rampe non a norma, vengono sistemati con nuove rampe in acciaio e legno dal carattere non permanente.
Gli elaborati grafici descrivono in maniera più approfondita gli aspetti appena trattati.
Si descrive in maniera più approfondita la serie di interventi sopra elencati.
Prospetti: l’intervento conservativo prevede la stesura preliminare di biocida e successive operazioni di pulitura, rimozione di depositi incoerenti e macchie di umidità (si vedano gli elaborati grafici relativi al rilievo materico e del degrado ed agli interventi), oltre alla rimozione di parti di intonaco ammalorate o decoese ed al rifacimento con rasature o intonaci completi a seconda dei casi, per giungere ad un ritinteggio complessivo ai silicati. La relazione sulle indagini stratigrafiche allegata individua gli intonaci attuali come cementizi e relativamente recenti (fine del secolo scorso), e pertanto riteniamo coerenti gli interventi previsti.
Museo: per consentire un uso museale della parte destra del piano terra, comprese le sale sul retro, ora inutilizzate, in un continuum spaziale e funzionale, nonché per raqioni di sicurezza per le opere si eseguono quattro aperture in breccia sulle murature esistenti che consentono il collegamento fra le parti, ora divise. Nelle sale verso strada vengono sostituiti i controsoffitti (recenti, in cartongesso, con altri, sempre in cartongesso. All’interno vengono alloggiati tutti i nuovi impianti elettrici, di rivelazione fumi e di videosorveglianza (sola predisposizione) ed antiintrusione (sola predisposizione). Le linee elettriche e di trasmissione dati scendono a terra all’interno di colonne metalliche verniciate, in modo da non intervenire sulle murature. Si prevede la conservazione di pavimentazioni, porte e serramenti esistenti. Solo la porta di ingresso viene smontata e rimontata cambiandone il senso di apertura per ragioni di sicurezza (via di esodo). I rapporti aeroilluminanti sono garantiti dalle aperture esistenti, per le quali, su prescrizione della Relazione di valutazione progetto (allegata di seguito), vengono motorizzati i sopraluce ai fini dell’evacuazione fumi. Nelle sale M08 ed M09 vengono inseriti nuovi controsoffitti in cartongesso per la distribuzione impianti e per la parte illuminotecnica, descritta negli elaborati allegati. Nella sala M10 inoltre viene rimossa e sostituita la pavimentazione, totalmente inadeguata, con una nuova pavimentazione in gres opaco nero. Nella relazione sull’allestimento si descrive con maggior precisione il carattere delle sale.
Museo: a piano primo, nella sala M10 si prevede la rimozione del parquet esistente (recente) per la nuova distribuzione impianti (elettrici e rete dati ad uso degli uffici per le associazioni artistiche e per gli artisti locali.
Servizi igienici: è previsto il rifacimento completo di tutti i servizi igienici (tranne i servizi ove ora si trovano: Carpenedolo Eventi, Associazione Carabinieri e Protezione Civile, in parte già a norma ed in parte oggetto di successive sistemazioni a carico delle relative associazioni, in accordo con l’Amministrazione e tranne il servizio disabili a piano primo BM1 03, già a norma. Nela tavola relativa all’abbattimento delle barriere architettoniche viene rappresentato il servizio tipo, che sia per ragioni di spazio che per ragioni etiche, soddisfa tutti i requisiti normative per disabili, uomini e donne e verrà utilizzato anche dai fruitori cosiddetti “normodotati”.
Uffici Servizi scolastici: gli unici interventi, come già detto sono l’inserimento di partizioni vetrate e controsoffitto per alloggiamento impianto condizionamento. In questo modo i locali vengono a soddisfare i requisiti igienico sanitari necessari.
Spazi distributivi: si prevede la realizzazione di rampe per disabili che permettano l’accesso al museo ed alle parti di corridoio che ora sono raggiungibili con rampe inadeguate ed addirittura pericolose (in questo caso è stato considerato il problema che a volte si ingenera nei casi in cui l’adeguamento per disabili su sedia a ruote, può divenire pericoloso per altri tipi di disabilità, quali difficoltà di deambulazione, o addirittura per persone che non presentano disabilità (ad esempio, proprio come in questo caso: gradini con alzata variabile inclinata). Tali rampe rendono accessibile la parte di portico che distribuisce l’intero edificio. Gli ascensori esistenti sono a norma.
Per meglio comprendere le scelte espositive, vengo di seguito annotate alcune considerazioni sull’artista Ugo Adriano Graziotti.
L’artista nasce a Carpenedolo il 7 maggio 1912, e muore a Castenedolo il 18 novembre 2000
Artista versatile fu pittore, scultore, grafico, critico d’arte, matematico e in molte sue opere trovano un punto d’incontro arte e scienza.
Dopo una scuola di disegno a Carpenedolo una borsa di studio gli permise di conseguire nel 1935 il diploma di Maestro d’Arte a Monza, all’Istituto Superiore d’Arte.
I suoi studi proseguirono a Firenze dove si diplomò in poco tempo al Liceo Statale per continuare alla Reale Accademia di Belle Arti dove ottenne il diploma in scultura nel 1940.
Nei due anni successivi ebbe modo di seguire un corso di perfezionamento all’Accademia di Belle Arti di Roma, dove insegnava lo scultore Angelo Zanelli, e contemporaneamente frequentò l’Accademia di S. Luca dove vinse un premio per il disegno di nudo.
Una borsa di studio di “reciprocità” lo fece giungere all’Alta Scuola Tecnica di Bratislava nel 1942, qui ebbe modo di approfondire i suoi studi sul Rinascimento italiano come testimoniano alcune conferenze su Leonardo da Vinci.
Tornò a Roma dopo la guerra dove visse grazie a sussidi statali e riuscì a vincere un difficile concorso per ottenere uno studio a Villa Massimo accanto ad artisti del calibro di Guttuso, Greco e Mazzacurati. Cominciò qui a Roma la sua attività di insegnante sia all’Accademia che all’Istituto Beato Angelico dove incontrò il Priore dell’Abbazia Benedettina di Cleveland, fu un suo invito ad insegnare all’Istituto d’Arte di Cleveland che diede inizio all’avventura statunitense di Graziotti dal 1949 fino al 1970.
A Cleveland insegnò in diverse scuole e college, alternando l’insegnamento ad attività lavorative: decorazioni alla colossale statua di S. Benedetto, medaglia commemorativa per la John Carrol University, fregi dipinti o scolpiti in varie chiese, teatri e locali pubblici.
Un premio della Huntington Foundation in Pacific Palisades fu motivo di trasferimento in California dove rivestì vari ruoli accademici fra Oakland e S. Francisco ma fondò anche un suo “Studio of Fine Arts”, la sua fama d’artista raggiunse il livello massimo e da Sacramento gli giunsero anche le “Teaching Credentials” per cui venne chiamato ad insegnare Anatomia comparata e Prospettiva normale presso l’Università di Turlock.
All’Accademia delle scienze di S. Francisco espose i suoi modelli matematici ed ebbe l’occasione di stringere amicizia con R. Buckminster Fuller, creatore delle famose cupole geodetiche. In questi anni ebbe anche modo di riprendere e approfondire i suoi studi giovanili sia sul Rinascimento che sui poliedri.
La sua passione per la matematica spinse il Pacific Science Center di Seattle ad invitarlo ad uno studio sulle partizioni regolari, semiregolari del piano nello spazio euclideo con i loro duali, ne scaturirono alcune pubblicazioni e 116 poliedri che poi vennero donati al comune di Roma.
Nel gennaio 1971 fece ritorno definitivamente in Italia, prima nel suo paese natale poi in quello di Castenedolo alle porte di Brescia, dove rimase e lavorò negli ulti anni della sua vita.
Del 1983 l’esposizione del più grande quadro magico esistente di ordine 64x64, opera in cui il rigore matematico si fonde con l’arta astratta.
Nel 1985 all’Expo di Tsukuba (Giappone) espose alcuni suoi modelli matematici nel padiglione italiano dedicato a Leonardo.
Il 22 maggio 1999, presso i locali del palazzo Deodato Laffranchi di Carpenedolo, si inaugurò un museo a lui dedicato dove sono esposte le sue opere donate al comune.
Restauro e riuso di Palazzo Laffranchi, Museo Graziotti (GRAM)e uffici comunali
Carpenedolo (BS), 2021
Committente:
Amministrazione comunale
Capogruppo e progetto architettonico e di restauro:
Paolo Greppi
Collaboratore:
Andrea Guarneri
Progetto strutture:
Stefano Bergomi
Progetto impianti meccanici, idraulici, elettrici, speciali:
Adriano Vendramin
Progetto illuminotecnico museo:
Paolo De Bellis
Stefano Bragonzi
Coordinatore sicurezza in fase progettuale:
Roberto Fasolo
Saggi e relazione per Soprintendenza:
Annalisa Belloni
Indagini e relazione geotecnica:
Massimo Compagnoni
Rilievo geometrico prospetti:
Oscar Gozzoli
Crediti fotografici:
Paolo Greppi
Totale lavori:
Euro 846.660,00
Stato:
progetto definitivo