Il progetto si compone di tre elementi principali: il muro-monumentum, un grande plateau su cui poggia la parete e un disegno a terra che gioca in maniera contrappuntistica con il piano verticale. La composizione orizzontale è basata sul tracciato ordinatore della sezione aurea che dispone una serie di rettangoli di dimensione crescente all'interno dei quali si sviluppa una spirale che prende origine all'interno di un gruppo di cipressi e termina - interrotta - verso il parco Zvezda e la città. Questi elementi mettono in scena alcuni simboli che, nel loro insieme, costituiscono il monumento. Il bosco rappresenta la Natura e quindi un'origine; la spirale, che si genera dalla Natura, rappresenta la Storia, che ad un tratto abbandona la Natura, continua nel luogo destinato alle cerimonie e si interrompe interrogativamente verso la città ed il futuro. Lungo il corso della Storia-Spirale si dispongono gli eventi, il più importante dei quali, in questo luogo, è il muro-monumentum, che offre dimora al testo poetico in una serie di nicchie in forma di protezione simbolica ed evidenza, facendolo risuonare e conferendogli l'eloquenza necessaria a sottolineare il ruolo della poesia come unico strumento adeguato a dare senso alla vita ed alla morte. Sul lato destro del muro si trova il passaggio verso la parte interna dell'isolato, sul retro, che assegna un recapito visivo e spaziale alla Via Vegova intercettando, nella sua traiettoria, il tempietto circolare sul margine della Piazza XXX realizzato da Joze Plecnick e concretizzando, anche se in maniera volutamente sommessa, la prosecuzione della Via Vegova verso nord ipotizzata dall'architetto di Lubiana. La spirale è anche un omaggio alle volute ioniche dei capitelli di Plecnick.
I gradini della scalinata ed il piano orizzontale del basamento sono in granito grigio martellinato. Lo spazio quadrato di fronte al testo, leggermente ribassato rispetto al livello della piazza è in granito nero ed è pensato per essere riempito con un velo d’acqua. Il luogo dei cipressi è in terra battuta. La spirale che attraversa tutti i luoghi del monumento, è in acciaio corten ossidato. Nel Piano generale per Lubiana del 1928 Plecnick propose nella stessa area due edifici contrapposti con uno spazio pubblico centrale orientato verso l'isolato a nord. Nel progetto proposto le parti alberate replicano lo stesso principio che però trova come conclusione prospettica il testo poetico.
Il testo che obbligatoriamente doveva essere riportato sul monumento, diceva:
“Domovina je ena, nam vsem dodeljena in eno življenje in ena smrt.”
Oton Župančič
“La patria è una, assegnata a tutti noi, nella vita e nella morte.”
Oton Župančič
Progetto:
Paolo Greppi, Mauro Rossi
Ivo Buda (local architect)