“Invecchiare non è un accidente. E’ una necessità della condizione umana; ed è l’anima a volerlo. L’invecchiamento è inscritto nella nostra fisiologia; eppure, il fatto che la vita umana duri a lungo dopo l’età feconda e ben oltre il periodo di funzionalità dei muscoli e di acuità dei sensi ci rende perplessi: per questo motivo si sente il bisogno di idee immaginative capaci di aggraziare il diventare vecchi e di parlare alla vecchiaia con l’intelligenza che essa si merita.” Queste parole del filosofo americano James Hillman, ci aiutano a pensare l’architettura di un luogo dove gli anziani, più o meno autosufficienti, possano trascorrere con serenità il loro tempo. Aggraziare il diventare vecchi o parlare alla vecchiaia, significa, per il compito che possono svolgere dei progettisti (il resto, ciò che maggiormente conta, è la filosofia e la politica con cui una società vede il problema, ma soprattutto l’intelligenza e la pietas con cui chi gestisce la residenza per anziani si prende cura di essi), predisporre una situazione che, trasformando, con molti interrogativi e nel dialogo con l’amministrazione della residenza, l’insieme degli edifici e dei luoghi circostanti, consenta a queste persone di sentirsi a casa, di continuare ad abitare.
L’edificio su cui si interviene, iniziato nel 1966, si affaccia su Via Einaudi, dove si trova anche l’ingresso principale, mentre il nucleo storico della Fondazione, che verrà alienato, si affaccia su Via Gramsci ed ospita anche il Distretto Sanitario Comunale. Esistono, e vengono conservati, anche un ingresso carrabile ed uno pedonale su via Gramsci. Lo stato di conservazione generale è discreto, soprattutto per i rivestimenti in mattoni, mentre le altre finiture presentano un diffuso stato di degrado. Nel corso degli anni, poi, una serie di interventi mirati soprattutto ad assicurare il necessario grado di controllo della luce, hanno trasformato l’immagine delle facciate attraverso l’applicazione di tende in tela o alla veneziana su molte aperture.
Il nuovo edificio si pone in un rapporto di continuità con l’edificio esistente.
L’impianto è basato su due stecche di quattro piani (piano terra ospitante un nucleo Alzheimer da 20 posti; piano primo ospitante i servizi e il Centro Diurno Integrato; piani secondo e terzo ospitanti ognuno un nucleo da 20 posti) profonde 864 cm e 698 cm divise dal corridoio e contenenti a sud le camere e a nord tutti gli spazi di servizio. Il passo strutturale (derivato dal modulo del mattone che riveste le facciate) è di 437.5 cm e costruisce dodici moduli per l’edificio e due, perpendicolari al corpo di fabbrica principale, per la torre (alta cinque piani che serve anche l’edificio esistente) che ospita gli ingressi, la distribuzione verticale principale ed i passaggi all’edificio esistente. I solai (spessore strutturale di 31 cm) a sbalzo rispetto al filo esterno dei pilastri determinano la composizione delle facciate che, dati i tamponamenti in diversi materiali (mattoni, vetro o intonaco), che vanno sempre da solaio a solaio, rappresentano con chiarezza verso l’esterno la stratificazione delle funzioni interne. Il solaio di copertura, come quelli del piano primo e secondo sbalzano verso l’esterno e si richiudono ai lati con due piani verticali generando una scatola finita a cappotto che conferisce maggior compattezza e definizione ai corpi di fabbrica e che risulta “appoggiata” al basamento costituito dal piano terra. L’edificio presenta l’ingresso principale, l’ingresso indipendente alla palestra, quello di emergenza per le ambulanze e quello del soggiorno del nucleo Alzheimer definiti e protetti da portali rivestiti in lamiera di alluminio, e tre ingessi di servizio più semplici (per il locale pompe, per il servizio di lavanderia esterna e per l’uscita sul retro dalla torre di distribuzione).
Nei primi studi si era pensato ad un orientamento nord-sud del corpo di fabbrica per dare condizioni di soleggiamento simili a tutti gli ambienti interni e continuare la costruzione del complesso sostanzialmente in linea, garantendo anche la continuità del parco. In seguito, l’amministrazione ha preferito confermare l’orientamento est-ovest come nel progetto preliminare, redatto da altri professionisti. Questa scelta ha comportato un riassetto distributivo degli ambienti interni in modo da porre a sud tutte le camere tranne una (singola), con i propri bagni, ed a nord gli ambienti di servizio, le scale ed i corridoi di collegamento con l’edificio esistente, per i quali, essendo minore il tempo di permanenza dei residenti si riteneva più che sufficiente l’esposizione a nord. Il carattere del parco, invece, con questa configurazione viene ad assumere un aspetto bipolare: la parte a nord risulta di pertinenza dell’edificio esistente, mentre quella a sud appartiene quasi esclusivamente al nuovo edificio. Non riteniamo che questa scelta sia compromettente nel sistema degli spazi verdi, poiché in tal modo si costruisce la possibilità di usi differenti date le diverse identità degli spazi verdi.
Il concetto di continuità informa anche il rapporto del nuovo edificio con il parco antistante in almeno quattro punti:
ogni camera affaccia sul parco con una portafinestra, in modo da consentire, in virtù della propria larghezza, una vista panoramica dal letto verso il parco ed in virtù della propria altezza la vista esterna verso il basso anche a persone su sedia a ruote; inoltre, è dotata di sistemi di oscuramento avvolgibili esterniin PVC (le finestre a piano primo non sono dotate di alcun sistema di oscuramento, poiché non destinate a camere da letto);
la doppia teoria di platani esistenti a delimitare l’attuale percorso carraio viene mantenuta oltre che nella sua condizione fisica anche in quella spaziale e simbolica divenendo la punteggiatura che definisce il luogo aperto destinato ai malati di Morbo di Alzheimer, che, attraverso un serramento di grandi dimensioni, diventa lo spazio di soggiorno interno; in estate, visto che il giardino dedicato è anche delimitato fisicamente da un diaframma perimetrale in rete metallica e da una siepe (entrambi esclusi da questo appalto) in modo da consentire al personale un miglior controllo dei residenti, essendo il soggiorno completamente apribile grazie alle portefinestre scorrevoli, le barriere tra interno ed esterno si annullano, permettendo la fruizione complessiva e unitaria di soggiorno e giardino.
Si consiglia una scelta delle essenze arboree (escluse da questo appalto) fra quelle autoctone, che necessitano di minor manutenzione, diverse al tatto ed all’olfatto in maniera da introdurre le relazioni sensoriali a scopo terapeutico;
lo stesso concetto di continuum spaziale dà forma anche alla loggia a doppia altezza ai piani superiori come luogo d’incontro ed attività, che mette in relazione visiva fra di loro anche i due piani e che, d’estate, proietta la vita interna verso il parco anche per chi non ha la possibilità di scendere;
la palestra, infine gode di una finestra in lunghezza che consente la vista totale del parco dall’interno e dal parco delle attività che si svolgono al suo interno.
Alle estremità dell’edificio si trovano due patii: uno a servizio del locale biancheria sporca e l’altro, con accesso dal corridoio, adibito a spazio di soggiorno all’aperto.
Un ultimo accenno al rapporto dell’edificio con l’esterno, questa volta inteso in senso sociale. Il centro diurno integrato (al piano rialzato, parte nel nuovo edificio e parte nel vecchio), i servizi e la palestra sono luoghi potenziali di catalizzazione dei rapporti umani che, una gestione dinamica può far funzionare non solo in un senso: portare fruitori dall’esterno, ma soprattutto nel senso opposto: portare i residenti, non fisicamente, ma psicologicamente, all’esterno nell’incontro con i coetanei che possono usufruire dei servizi offerti.
Ultimo, ma non meno importante, anche il piano terra della prima porzione dell’edificio esistente (come il rispettivo piano primo) verrà ristrutturato.
Verolanuova (BS), 2004 – 2007
privato (Fondazione Gambara Tavelli)
Paolo Greppi, Pierluigi Bianchetti
Crediti fotografici:
Marco Introini
Luogo:
Verolanuova, Brescia
Prestazioni da incarico:
progetto preliminare, definitivo, esecutivo e direzione lavori
Importo dei lavori edili, strutturali ed impiantistici:
Euro: 3.500.000,00
Stato:
realizzato