Paolo Greppi
Paolo Greppi
Questa non è una lezione.
E’ un dialogo con voi studenti, senza disegni.
Perché progettiamo?
E, che cosa fa l'architettura di noi?
La domanda successiva è: che cosa accende la poesia in noi?
Mi chiederete: perché questa domanda?
Perché credo sia importante ricordare che per imparare l’architettura non siano sufficienti le lezioni della disciplina o l’incontro con gli edifici fondamentali.
Basta ascoltare i poeti, in questa lezione al femminile e nella successiva al maschile.
Basta imparare a leggere la poesia in modo architettonico.
Le autrici sono:
Marguerite Yourcenar 1903-1987
Emily Dickinson 1830-1886
Wisława Szymborska 1923-2012
Virginia Woolf 1882-1941
Alda Merini 1931-2009
Simone de Beauvoir 1908-1986
Etty Hillesum 1914-1943
Marguerite Duras 1914-1996
Simone Weil 1909-1943
Elsa Morante 1912-1985
E, prima di leggere, guardiamole negli occhi.
Marguerite Yourcenar
„Qualunque cosa si faccia, si ricostruisce sempre il monumento a proprio modo; ma è già molto adoperare pietre autentiche.“
„So che non so quel che non so; invidio coloro che sapranno di più, ma so che anch'essi, come me, avranno da misurare, pesare, dedurre e diffidare delle deduzioni ottenute, stabilire nell'errore qual è la parte del vero e tener conto nel vero dell'eterna presenza di falso.“
„Il segreto più profondo di Olimpia è racchiuso in quest'unica nota cristallina: lottare è un gioco, vivere è un gioco, morire è un gioco; profitti e perdite non sono che distinzioni passeggere, ma il gioco pretende tutte le nostre forze, e la sorte accetta, come posta, unicamente i nostri cuori.“
Emily Dickinson
„Il sempre è fatto di attimi.“
„Dimoro nella possibilità.“
“C’è una solitudine dello spazio,
una solitudine del mare,
una solitudine della Morte, ma queste
non sarebbero che una folla
comparata a quel luogo profondo,
quella polare segretezza,
di un’anima ammessa al proprio cospetto -
finita infinità.”
Wisława Szymborska
Poteva accadere
Doveva accadere.
È accaduto prima. Dopo.
Più vicino. Più lontano.
E’ accaduto non a te.
Ti sei salvato perché eri il primo.
Ti sei salvato perché eri l’ultimo.
Perché da solo. Perché la gente.
Perché a sinistra. Perché a destra.
Perché la pioggia. Perché un’ombra.
Perché splendeva il sole.
Per fortuna là c’era un bosco.
Per fortuna non c’erano alberi.
Per fortuna una rotaia, un gancio, una trave, un freno,
un telaio, una curva, un millimetro, un secondo.
Per fortuna sull’acqua galleggiava un rasoio.
In seguito a, poiché, eppure, malgrado.
Che sarebbe accaduto se una mano, una gamba,
a un passo, a un pelo
da una coincidenza.
Dunque ci sei? Dritto dall’animo ancora socchiuso?
La rete aveva solo un buco, e tu proprio da lì? Non c’è fine al mio stupore, al mio tacerlo.
Ascolta
come mi batte forte il tuo cuore.
Nulla è in regalo
Nulla è in regalo, tutto è in prestito.
Sono indebitata fino al collo.
Sarò costretta a pagare per me
con me stessa,
a rendere la vita in cambio della vita.
È così che è stabilito,
il cuore va reso
e il fegato va reso
e ogni singolo dito.
È troppo tardi per impugnare il contratto.
Quanto devo
mi sarà tolto con la pelle.
Me ne vado per il mondo
tra una folla di altri debitori.
Su alcuni grava l’obbligo
di pagare le ali.
Altri dovranno, per amore o per forza,
rendere conto delle foglie.
Nella colonna Dare
ogni tessuto che è in noi.
Non un ciglio, non un peduncolo
da conservare per sempre.
L’inventario è preciso,
e a quanto pare
ci toccherà restare con niente.
Non riesco a ricordare
dove, quando e perché
ho permesso che aprissero
questo conto a mio nome.
La protesta contro di esso
la chiamiamo anima.
E questa è l’unica voce
che manca nell’inventario.
Nella moltitudine
Sono quella che sono.
Un caso inconcepibile
Come ogni caso.
In fondo avrei potuto avere
altri antenati,
e così avrei preso il volo
da un altro nido,
così da sotto un altro tronco
sarei strisciata fuori in squame.
Nel guardaroba della natura
c’è un mucchio di costumi: di
ragno, gabbiano, topo campagnolo.
Ognuno calza subito a pennello
e docilmente è indossato
finché non si consuma.
Anch’io non ho scelto,
ma non mi lamento.
Potevo essere qualcuno
molto meno a parte.
Qualcuno d’un formicaio, banco, sciame ronzante,
una scheggia di paesaggio sbattuta dal vento.
Qualcuno molto meno fortunato,
allevato per farne una pelliccia,
per il pranzo della festa,
qualcosa che nuota sotto un vetrino.
Un albero conficcato nella terra,
a cui si avvicina un incendio.
Un filo d’erba calpestato
dal corso di incomprensibili eventi.
Uno nato sotto una cattiva stella,
buona per altri.
E se nella gente destassi spavento,
o solo avversione,
o solo pietà?
Se al mondo fossi venuta
nella tribù sbagliata
e avessi tutte le strade precluse?
La sorte, finora,
mi è stata benigna.
Poteva non essermi dato
Il ricordo dei momenti lieti.
Poteva essermi tolta
L’inclinazione a confrontare.
Potevo essere me stessa – ma senza stupore,
e ciò vorrebbe dire
qualcuno di totalmente diverso.
Virginia Woolf
“La vita è un sogno. E' il risveglio che ci uccide. Colui che ci deruba dei nostri sogni ci deruba della nostra vita.”
“Troppo spesso le parole sono state usate, maneggiate, rivoltate, lasciate esposte alla polvere della strada. Le parole che cerchiamo pendono accanto all'albero: con l'aurora le troviamo, dolci sotto le fronde.”
“Le parole sono anche molto democratiche; pensano che una parola sia buona come un’altra; che le parole rozze valgano quanto quelle educate; che quelle incolte siano uguali a quelle colte, non esistono classi o titoli di merito nella loro società. E non amano essere sollevate in punta di penna ed esaminate una per una. Restano sempre unite in frasi, in paragrafi, e a volte per intere pagine di fila. Odiano essere utili; odiano dover far soldi; odiano andare in giro a tenere conferenze. In breve, odiano qualsiasi cosa che imponga loro un unico significato, o che le immobilizzi in un’unica posa, perché cambiare fa parte della loro natura.”
Alda Merini
"Non si può descrivere una cosa che non si è mai amata.”
"Il poeta non dorme mai, ma in compenso muore spesso."
"La pistola che ho puntato alla tempia si chiama Poesia."
Simone de Beauvoir
"Il vuoto del cielo disarma la collera."
"[...] non si trasforma la propria vita senza trasformare se stessi."
“Non sono capace di concepire l'infinito, eppure non accetto la finitezza. Vorrei che questa avventura che è lo scenario della mia vita continuasse senza fine.”
Etty Hillesum
“L'età dell'anima è diversa da quella registrata all'anagrafe. Credo che l'anima abbia una determinata età fin dalla nascita, e che questa età non cambi più.”
“Ogni volta vorresti rifare il mondo, invece di goderlo com'è. È un atteggiamento alquanto dispotico.”
“Ognuno di noi deve raccogliersi e distruggere in sé stesso ciò per cui ritiene di dover distruggere gli altri.”
Marguerite Duras
“La scrittura è l'ignoto. Prima di scrivere non si sa niente di ciò che si sta per scrivere e in piena lucidità.”
“È una meraviglia ignorare il futuro.”
“Il difficile non è raggiungere qualcosa, è liberarsi dalla condizione in cui si è.”
Simone Weil
“Un racconto eschimese spiega così l'origine della luce: «II corvo che nella notte eterna non poteva trovare cibo, desiderò la luce, e la terra si illuminò». Se c'è un vero desiderio, se l'oggetto del desiderio è veramente la luce, il desiderio della luce produce la luce.”
“Mi sembra duro pensare che il rumore del vento tra le foglie non sia un oracolo; duro pensare che questo animale, mio fratello, non abbia anima; duro pensare che il coro delle stelle nei cieli non canti le lodi dell'Eterno.”
“Il tempo è la croce.”
Elsa Morante
“E cosí in eterno ogni perla del mare ricopia la prima perla, e ogni rosa ricopia la prima rosa.”
“È strano come l'ETERNITÀ si lasci captare piuttosto in un segmento effimero che in una continuità estesa.”
“Forse, la nostra natura ci porta a considerare i giochi dell'imprevisto piú vani e arbitrari, troppo, di quel che sono. Cosí, ogni volta, per esempio, che in un racconto, o in un poema, l'imprevisto sembra giocare d'accordo con qualche segreta intenzione della sorte, noi volentieri accusiamo lo scrittore di vizio romanzesco. E, nella vita, certi avvenimenti imprevisti, per se stessi naturali e semplici, ci appaiono, per la nostra disposizione del momento, straordinari o addirittura soprannaturali.”
“Che il segreto dell'arte sia qui? Ricordare come l'opera si è vista in uno stato di sogno, ridirla come si è vista, cercare soprattutto di ricordare. Ché forse tutto l'inventare è ricordare.”