Paolo Greppi
L'edificio sacro come simbolo
Quando il silenzio propaga la sua eco, le parole rivelano tutta la loro usura. Umberto Galimberti
Rapporto con il paesaggio ed il contesto del cimitero esistente
La chiesa, orientata tradizionalmente con l’abside verso est, conclude il progetto di trasformazione del recinto cimiteriale esistente, dando forma definitiva al rapporto della corte a tre lati con il paesaggio montano circostante che viene inquadrato tra i portici e la facciata della chiesa. La torre, anche se non dotata di campana, (la si potrà collocare in futuro), richiama, come segno nell’immaginario collettivo, un campanile, ma funziona, dati lo spiraglio in sommità e la copertura in acciaio inox sabbiato e quindi di colore scuro, come camino di ventilazione, che con il surriscaldamento della copertura, nelle ore estive più calde conferisce all’aria nell’edificio un moto ascensionale in grado di rinfrescare naturalmente l’ambiente.
Limiti
L’edificio è il risultato di un lavoro sintattico sul concetto di limite.
In pianta: la porta in facciata risulta dalla distanza fra le pareti laterali; le aperture sui fianchi, dalla misura necessaria a permettere lo slittamento completo delle porte scorrevoli, in modo che vadano ad allinearsi alle ante aperte della porta principale (come si può vedere nel disegno in pianta); i tratti di parete che restano a chiudere le navate hanno la misura dell’intercolumnio dei portici esistenti. Secondo gli stessi meccanismi, l’abside e la torre insistono sul perimetro del muro del terrazzamento esistente, sedime immodificabile per non ricorrere ad una pratica di esproprio.
In sezione: le altezze si riferiscono al cimitero esistente: la chiesa ne mutua l’altezza maggiore, l’abside una intermedia, le finestre della facciata altre altezze. Solo la torre guadagna un’altezza indipendente, necessaria alla sua percezione alla scala del territorio. Questa serie di artifici compositivi mette l’edificio in tensione con il sito e rende più facile la ricerca di proporzioni nella composizione dei volumi, poiché tutto nasce non da scelte di progetto, ma da condizioni che già appartengono al luogo.
Riferimenti
Le principali immagini di riferimento sono le pievi romaniche lombarde e toscane di piccole dimensioni, per la misura degli spazi e per il complesso dei volumi; la chiesa dei Giacobini a Tolosa per la doppia navata e le chiese dell’area armena per il tipo a navata unica biabsidata di cui si riportano le piante delle tipologie più significative.