Catalogo delle mostra con testi e Tavole dei progettisti invitati
Testi contenuti:
Paolo Greppi è nato a Brescia nel 1966. Dal 1991 al 1993 ha vissuto a Oporto. Si è laureato al Politecnico di Milano (1993) con una tesi svolta presso la FAUP (Faculdade de Arquitectura da Universidade do Porto), relatori: Álvaro Siza Vieira (Oporto), Pierluigi Nicolin (Milano).
Pierluigi Bianchetti è nato a Brescia nel 1965. Si è laureato al Politecnico di Milano (1993). Relatori: Raffaello Cecchi e Vincenza Lima.
Greppi & Bianchetti Studio si occupa di progettazione (edifici pubblici, edifici per la terza età, residenze singole e collettive, spazi aperti e infrastrutture, attrezzature sportive, edifici sacri, edifici commerciali, disegno urbano, allestimenti), concorsi, restauro e urbanistica a piccola scala dal 1993, soprattutto nel contesto dell'opera pubblica.
Nel 2004 è stato pubblicato per i tipi di Idea Architecture Books un volume dal titolo Greppi & Bianchetti, Discorsi dai luoghi, che riassume il lavoro dei primi dieci anni dello studio, a cui è seguita una mostra presso la Libreria Einaudi a Brescia nell'aprile 2004, e poi a Porto, presso il museo della Faculdade de Arquitectura da Universidade do Porto. In seguito il lavoro dello studio è stato esposto in varie mostre in Italia e all'estero (Roma, Parma, Milano, Porto).
Nel 2006 lo studio ha ricevuto una Menzione d'onore al Premio Arches 2006 ed il Primo Premio al Next Energy Award Efficienza energetica e fonti rinnovabili. Fiera Milano International.
Greppi & Bianchetti Studio è stato selezionato dal critico Luca Molinari su II Sole 24 Ore Edilizia e Territorio (7-12.02.2005) fra i 26 studi under 40 italiani con maggior "vitalità progettuale e operativa", è stato segnalato dal critico Luca Molinari per il Premio IN/ARCH-ANCE 2005 e 2007, ha ricevuto due segnalazioni, rispettivamente dai critici Prof. Arch. Giovanni Leoni e Prof. Arch. Luca Molinari per il Premio Medaglia d'oro della Triennale di Milano 2006. I progetti dello studio sono stati pubblicati su varie riviste in Italia e all'estero.
Data la vastità e la complessità del tema da affrontare la sola possibilità percorribile è quella del "discorso" per immagini sulle "politiche della trasformazione" che la città potrebbe mettere in atto per il Forum internazionale delle culture in modo da poter trarre vantaggio anche per il futuro da ciò che rimarrà di "permanente" dopo l'evento.
Vorremmo abbandonare l'idea di efficienza come unico desiderio di necessità nel preparare i luoghi per l'evento e rimettere a fuoco l'idea che governa l'evento, il fine a cui tende l'evento, la materia su cui si lavora per costruire l'evento. Centrare tutto sull'efficienza significa non domandarsi più cos'è che avviene, per quale scopo e fra quali persone, ma agire ciecamente nell'esecuzione che sicuramente risulterà eccessiva poiché perderà il contatto con la realtà della vita.
E' l'idea di crescita, la messa in forma dell'efficienza, che bisogna abbandonare. E' l'idea di sviluppo che dobbiamo dimenticare. ("Non siamo più sicuri di quale, fra le due espressioni “sottosviluppato” e “ipersviluppato”, sia quella con la connotazione ecologicamente più negativa." Hillman). La città ha già molte strutture fra le tante di cui si crede necessiti. Occorre leggere il territorio e individuare, attraverso concetti come “approfondimento”, “intensificazione”, “svuotamento”, “riscrittura”, “interpretazione”, gli strumenti per predisporre questi luoghi.
La strategia diventa quindi l'adozione di una politica del servizio che si limita, umilmente a "mettere insieme", a "com-porre" (quale altro termine è più vicino al mestiere dell'architetto?), a riutilizzare qualcosa che già esiste. ("Non avremo mai abbastanza di ciò di cui non abbiamo veramente bisogno." Hoffer).
"Alta manutenzione", forse è il termine più adatto per descrivere le nostre proposte. Alta manutenzione per conferire valore ad un'operazione delicata, in contrasto con "bassa manutenzione", con connotazione negativa, intesa come quella che descrive il desiderio di ogni committente di un progetto, di avere il meno possibile di spesa per "mantenere" l'edificio realizzato (considerando, naturalmente, le operazioni di manutenzione come le più ovvie e servili).
Secondo il nostro pensiero quattro temi generali su tutta la città (illustrati nelle immagini) fondano i presupposti per suggerire alcune idee certamente "visionarie", ma contemporaneamente "realistiche" su Napoli Est.